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lunedì 21 aprile 2014

Un senso alla vita

Dell'Antologia di Spoon River avevo già pubblicato "LUCINDA MATLOCK", il mio epitaffio preferito con quel suo "ci vuole vita per amare la vita" che è scolpito nella mia memoria. Ma ovviamente ce ne sono altri che veramente sono da leggere e da ricordare, come quello di George Gray.
Un altro breve ma grande insegnamento sul senso della vita che non è l'incoscienza della gioventù, quella più o meno l'abbiamo avuta tutti, ma è proprio il cercare di uscire dalla ordinarietà di una vita irreggimentata, dalla corrente che cerca di trascinare verso quell'unico canale dove sembriamo nelle mani di chi manovra un telecomando.


GEORGE GRAY
Molte volte ho studiato la lapide che mi hanno scolpito: una barca con vele ammainate in un porto.
In realtà non è questa la mia destinazione, ma la mia vita.
Perché l'amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, ma io ebbi paura;
l'ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino
dovunque spingano la tua barca.
Dare un senso alla vita può condurre alla follia,
ma una vita senza senso è la tortura
dell' inquietudine e del vano desiderio,
                                                                                                           è una barca che anela al mare eppure lo teme.

                                                                                                                      ~ Edgar Lee Masters (Antologia di Spoon River)

2 commenti:

  1. "..alzare le vele e prendere i venti del destino", gran belle parole Marilena, di ardua e difficile applicazione a volte, irte di delusioni ma anche di forza di volontà per riprendere dopo ogni caduta, perché sai che c'è una luce ad attenderti, una speranza, un sorriso, una scoperta. Non c'è felicità senza rischio. Solo arida sicurezza. Una buona giornata!!

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    1. Qualcuno (e non mi ricordo chi perché sono sulla via del tramonto) disse che non era importante quante volte si cade, l'importante è rialzarsi. Ed è proprio questo: continuare a camminare, sbattere la faccia, cadere, ma ricominciare. L'arida sicurezza la si può scegliere quando il respiro si fa un po' corto e c'è bisogno di ricaricarsi, ma non riuscirei mai a concepire una vita senza mettersi in gioco e rischiare. Preferisco le cicatrici, fanno male sul momento, ma poi sono ricordi da accarezzare e sono la testimonianza che sei viva.
      Ciao Lampur. Buona serata :). Marilena

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