Alexandre
Dumas (figlio) diceva: “Preferisco i mascalzoni agli imbecilli,
perché a volte si concedono una pausa”.
Già, peccato
che qui a Bologna noi siamo pieni (anzi stra-pieni) di imbecilli che continuano
a sfregiare questa città e senza pausa.
Un lavoro
meticoloso e incessante: ovunque ti giri ci sono muri, insegne, cartigli
imbrattati.
E allora perché lo fate?
Oltre alle
varie pestilenziali scritte e scarabocchi, abbiamo poi anche le incisioni di frasi
“tizio ama caia” o altre ridicole, nonché banali alla nausea, dichiarazioni
d’amore e su questo argomento non ci spendo una parola in più tanto
l’imbecillità è evidente. Naturalmente c’è pronta una schiera di dotti che ci
ricama sopra e la chiama “forma di comunicazione metropolitana” e si sfiata per
andare a cercare in questo volgare imbrattamento dei muri, una ragione dal
“tentativo di interferire con un ordine routinario” al “desiderio di
comunicazione esplicita e descrittiva”.
Signori:
sono solo banali imbecilli che imbrattano i muri, non scomodate la psicologia
per degli imbecilli.
Formulo
quindi la mia richiesta al Comune di Bologna con anche piena osservanza della
spending review: niente multe agli imbecilli, niente taglio delle mani (seppure
sarebbe quasi doveroso), niente galera. Vi chiedo solo di montare una bella
GOGNA in Piazza Maggiore e, come nei tempi passati, mettete l’imbecille per 7
giorni alla vergogna e allo scherno dei bolognesi. Magari non arriviamo
all’eccesso di torturarli con pene corporali, è sufficiente imbrattarli con le
vernici, dipingerli fino a farli diventare dei graffiti e fargli il solletico
ai piedi, così almeno siamo sicuri che sghignazzano più di quanto si sono
divertiti nell’imbrattare i muri. Se poi vogliamo fare un capolavoro, gli
tatuiamo sulla pelle “SONO UN IMBECILLE” così potranno anche vantare un look
moderno (il costo del tatuatore lo offro io e sulla ”i” di IMBECILLE ci metto
pure un cuoricino rosso). IMBECILLI.

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