L’Antologia
di Spoon River non ha bisogno di presentazioni.
La imparai a conoscere quando
frequentavo le superiori e mi ricordo che tra tutti gli epitaffi mi innamorai
di Lucinda Matlock.
Quella frase
conclusiva “ci vuole Vita per amare la Vita” (Vita scritto con la V maiuscola) mi è tornata
in mente mille volte quando sono stata presa a sberle dalla Vita, quando mi
sono arrivate secchiate di acqua gelida addosso, quando pensavo di non farcela
a rialzarmi.
Pensavo spesso a quella frase e mi rialzavo. Sono poche righe, ma
c’è condensata un’esistenza e sono, a mio parere, di una forza incredibile.
La riporto
di seguito perché mi fa bene accarezzare quelle parole, perché mi fa piacere
ricordarle per non dimenticare la loro intensità, per non dimenticare cos’è la
Vita.
LUCINDA MATLOCK (di Edgar Lee Masters)
Andavo a
ballare a Chandlerville
e giocavo
alle carte a Winchester.
una volta
cambiammo compagni
ritornando
in carrozza sotto la luna di giugno,
e così
conobbi Davis.
Ci sposammo
e vivemmo insieme settant’anni,
stando
allegri, lavorando, allevando i dodici figli,
otto dei
quali ci morirono
prima che
avessi sessant’anni.
Filavo,
tessevo, curavo la casa, vegliavo i malati,
coltivavo il
giardino e, la festa,
andavo a
spasso per i campi dove cantano le allodole,
e lungo lo
Spoon raccogliendo tante conchiglie,
e tanti
fiori e tante erbe medicinali –
gridando
alle colline boscose, cantando alle verdi vallate.
A novantasei
anni avevo vissuto abbastanza, ecco tutto,
e passai a
un dolce riposo.
Cos’è questo
che sento di dolori e stanchezza,
e ira,
scontento e speranze fallite ?
Figli e
figlie degeneri,
la Vita è
troppo forte per voi –
ci vuole
vita per amare la Vita.
Se non ce la FAREmo a 96 ... oltre 69 sarà sempre un SU CESSO.
RispondiEliminaSe vogliamo prendere la pensione si deve andare oltre i 70. Che ti frega del successo ? Pensa ai contributi versati che ti ritornano solo se campi ad oltranza ...
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