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giovedì 9 maggio 2013

CI SONO ANCORA I BOLOGNESI DI UNA VOLTA

Bologna

Tempo fa ero in giro per il centro di Bologna, con la mia macchina fotografica e la mia guida, impegnata a scoprire la mia città. 
Ad un certo punto mi sono fermata leggendo la guida che mi illustrava alcuni palazzi in Strada Maggiore e quindi leggevo e sollevavo lo sguardo alla ricerca dei particolari.
Mi si è avvicinato un signore anziano, che reggeva 2 sacchetti con la spesa e che con fare gentile e una bella ESSE bolognese, mi ha detto: “Signora, si è persa ? Ha bisogno di indicazioni ?”
Lo avrei abbracciato per quel gesto gentile di preoccuparsi, mi aveva scambiata evidentemente per una turista in cerca di una strada. 
Non potevo dirgli che ero bolognese quanto lui e non potevo abbracciarlo altrimenti mi avrebbe scambiata per matta.

Ma che bello che ancora esistano queste persone ! Sono abituata alla gente che non si parla, a quelli che sgomitano, a quelli che cercano di fare i furbi nelle file, a quelli che se li fermi e chiedi “scusi, per cortesia…” già ti scansano pensando che gli vuoi appioppare qualcosa.
Che bello incontrare il bolognese di una volta, quello che attaccava bottone ovunque, quello che se c’era la fila ti diceva “passi, passi, tant mé an ho mega furia (passi, passi tanto io ho non ho mica fretta)”, quello che se dicevi “scusi, per cortesia…” non solo ti dava l’indicazione richiesta, ma magari pure ti accompagnava per un pezzetto di strada, “così non si perde”.

Qualcuno c’è ancora …. A volte li incontro sul bus, sono praticamente sempre anziani, hanno la giovialità tipica del bolognese di una volta e la battuta bolognese schietta che mi strappa sempre un sorriso. Sono quelli che si lasciano andare alle esclamazioni più genuine.
Come quello che se incrocia un ragazzino con zaino appeso che invade la corsia del bus gli lancia un “Soc’mel cinno, vut ciaper tot al sit ? (accipicchia ragazzino, vuoi prendere tutto il posto?)" o se vedono il ragazzotto che mette i piedi sui sedili del bus lo apostrofa “Dissò spometi ten ban zò chi scarpòn (ehi, "Signorino", tieni ben giù quegli scarponi)" e la cosa buffa è che lo fanno senza distinzioni, sia che si tratti di un ragazzino cinese che di uno indiano; non importa, lanciano le loro esclamazioni in puro dialetto, convinti della bontà delle loro esclamazioni che quindi devono essere internazionalmente comprese.
Io di sicuro quando li incontro, di solito in bus, non mi ritraggo mai davanti al loro “attaccar bottone”, li ascolto divertita, mi fanno dei monologhi per tutto il percorso e magari scendendo mi chiedono scusa per le tante chiacchiere.
Ma io rispondo sempre ridendo “macché scusa, anzi, speriamo di incontrarci di nuovo !”. Se ne vanno ridendo e scuotendo la mano per salutare.
Che bello sapere che ci sono ancora  i bolognesi di una volta……

PS: non so scrivere il dialetto bolognese ... ho scritto a orecchio...

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