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giovedì 23 maggio 2013

E LA CHIAMANO ARTE

Sara Ramo "Casa di Hänsel e Gretel"



Stavo sfogliando un vecchio numero di artedossier, con contenuti bellissimi sui macchiaioli e gli impressionisti, quando ho visto un articolo : "La nuova faccia del Brasile". 

All'interno dell'articolo, firmato Federica Chezzi, si cita l'artista Sara Ramo di cui pubblicano la foto di un'opera, questa  -------------------------------------------------------->>>>>> :   

Dell'artista scrive "che esplora le nozioni di ordine-disordine, spesso registrando ordinarie azioni del quotidiano che divengono, per l'effetto del caos, surreali scenari domestici, costruendo una sorta di realismo magico".
Ora, che io non ami l'arte moderna é un dato di fatto, che io non la capisca é altrettanto vero, che io sia prevenuta forse ci sta, ma ho riletto almeno tre volte il trafiletto e continuo a non capirlo.
Nozioni di ordine-disordine: ma i sassi in una stufa sono un concetto di ordine-disordine ? Mi faccio coraggio, spesso sono disordinata, ma un ammasso di sassi così, non é mai uscito dal mio forno.
Azioni del quotidiano che divengono, per l'effetto del caos, surreali scenari domestici : ma chi é che come azione quotidiana mette sassi nel proprio forno ? E dopo che li ha messi dice: c'é un po' di caos, ma in realtà é un surreale scenario domestico !!!
Davanti poi alla "sorta di realismo magico", mi arrendo sconfitta definitivamente.



Leandro da Costa "Untitled"



Ma giusto per non privarci di nulla, altra "opera", stavolta di Leandro da Costa   ------------------>>:

Dico solo che capisco come l'autore la abbia intitolata "UNTITLED".
Io aggiungo: NO COMMENT. 



PS: sia ben chiaro che non voglio oltraggiare l'articolo della signora Chezzi, che sicuramente é persona preparata e competente. Purtroppo sono io che continuo a non capire questa arte e la capisco sempre meno se mi viene spiegata così. Eppure ho tanta fantasia e mi piace solleticare l'immaginario. Purtroppo vedo solo sassi in un forno e un pezzo di infradito cementificate e non li ritengo realismo magico.

4 commenti:

  1. Eccomi qui, arrivata per caso e subito a mio agio, come mai? Non so l'alchimia con i blog è strana e fatta di sensazioni e di punti di contatto anche al contrario a volte: io non ho la fobia dei topi anzi da bambina mi chiamavano Squitty perchè avevo raccolto a scuola un piccolo topolino di campagna ferito, sono una storica dell'arte e il tuo post mi ha incuriosito...lascia perdere i paroloni che usano gli addetti ai lavori e guarda all'arte come emozione tua e dell'artista! L'arte che adesso noi apprezziamo come ad esempio l'impressionismo o il cubismo furono assolutamente detestati dal pubblico alla loro epoca, il fratello di Van Gogh si vergognava dell'opera del fratello ed era un mercante d'arte, Matisse fu definito una bestia...eppure avevano un messaggio da trasmettere, delle emozioni da far scorrere tra loro e chi guardava le loro opere. Non conosco l'artista di cui parli ma le sue opere sono sicuramente surrealiste, pensa ai quadri di Dalì...oggetti quotidiani sganciati dal loro contesto abituale e che diventano fonte di sconcerto e creano ambienti di sogno e di magia...cos"è se non una visione o un sogno questo contesto di un forno che vomita sassi?! Lascia andare le tue emozioni quando guardi l'arte moderna e poi ascolta l'artista. Un caro saluto e scusa per l'invasione da commento logorroico! Un caro saluto!

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    1. Ciao, già esordire dichiarando che ti senti a tuo agio non può far altro che farmi tanto, tanto piacere, lo stesso che provo quando qualcuno entra in casa mia e si accovaccia sul divano togliendo le scarpe "perché si sente a casa propria". Mi fa piacere che tu l'abbia detto. Meno piacere mi fanno le tue adozioni di certe bestie raccattate per strada, ma non ne voglio parlare.
      Per quel che riguarda quanto ho scritto, vorrei dirti che io sono assolutamente assetata ed affamata di qualcuno che riesca a muovere quell'ottusità con la quale guardo l'arte moderna e quindi accetto qualsiasi commento con tanta umiltà. Più o meno l'ho scritto: non la capisco e la capisco sempre meno se mi viene spiegata così. Anche mio figlio é laureato in storia dell'arte (é per questo che finisce che leggo le sue riviste oppure ogni tanto prelevo qualche libro dalla sua collezione) e mi dice sempre: quando guardi devi andare oltre. Ma poi si stanca delle mie obiezioni e archivia l'argomento lasciandomi con i punti interrogativi. Ha tanto entusiasmo ed amore nel spiegarmi alcuni dipinti, ma si é arreso davanti alla mia ottusità sull'arte moderna.
      Certo che di quello che hai scritto ho comunque colto qualcosa: le parole visione o sogno. Traduco: é come quando guardo una nuvola. Una nuvola é solo una nuvola, ma per la forma che assume io posso vederci quello che la mia fantasia vuol farmi vedere e magari qualcuno accanto a me vede tutt'altro.... Quindi quello che mi vuoi dire é che é tutto affidato alla mia immaginazione di spettatore ....
      Se é così, sarà comunque durissima per me, perché resta implacabile il confronto con le opere d'arte che invece sono fatte ad es. di dipinti che nell'immediato sono per me comprensibili (un uomo, un animale, un albero) e che mi spianano la strada per poterli godere nelle luci, nelle pennellate, nelle espressioni, ecc.
      Sono un impiastro !!!! Scusa la lunghezza (così non ti senti logorroica solo tu), ma almeno spero sia apprezzabile la buona volontà che ci metto nel cercare di capire. In fondo vi invidio un po' visto che voi riuscite a vedere quello che io non riesco, ma non demordo, può darsi che prima o poi qualcosa in me si muoverà. Grazie mille per le tue parole e ovviamente, curiosa come sono, arriverò a farti visita. Quindi, purtroppo per te, non finisce qui.
      Ciao, grazie ancora.

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  2. Sfondi una porta aperta, non potrei essere più d'accordo. Sarà che sono laureata in archeologia e che la storia dell'arte è una mia grande passione, ma io l'arte moderna proprio non la capisco, ho visto i due musei romani Maxxi e Macro e, a parte la bellezza delle architetture, per il resto mi veniva da ridere!!!

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    1. Ciao. Come dice mio figlio: devi guardare oltre. Sarà che sono pure miope, ma io non ce la faccio ! Meno male che ogni tanto ho il conforto di qualche amica che si stampa in faccia un punto interrogativo più grande di quello che ho io e meno male che arriva anche qualcuno come te a darmi conforto. Grazie mille. Mi sento meno sola. Ciao !

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