E' stato il leitmotiv della mia vita, mi ha sempre fornito gli stimoli e la spinta, soprattutto nell'ambito lavorativo dove, purtroppo, si moltiplicano disillusioni, soprusi, prevaricazioni, insomma tutto quello che fa parte dei giochi di potere che esistono in ogni realtà aziendale, anche la più piccola.
Mi sono guadagnata l'etichetta di "quella che non si ferma nemmeno davanti ad un treno in corsa", me lo ripeteva ridendo compiaciuto uno dei dirigenti dell'ultima azienda per la quale ho lavorato, ma prima ancora me lo hanno detto, con parole simili, altri.
Ma non si nasce così, lo si diventa per difesa dal mondo e quando mi prendeva l'insicurezza e il cedimento, c'era mia madre a ricordarmi "male non fare paura non avere". C'era lei in quelle serate quando ero giovane e rientravo dall'ufficio con le mie lacrime agli occhi, e più avanti non c'erano più le lacrime ma le rabbie. Poi si cresce, impari ad affrontare la situazione mentre ci sei dentro, perché ti guida quel concetto di semplicità e devozione all'essenziale, ti sorregge il fatto che quando non si opera scorrettamente non si devono avere timori.
Ogni tanto mio figlio mi dice affettuosamente che non si stupisce più del fatto che non arretro, che non taccio.
Ma va bene così, lui sa che è il mio modo per non dimenticare quel proverbio che ripeto a lui in risposta alle sue osservazioni "Male non fare paura non avere". E mi vengono sempre in mente le parole di una canzone famosa "non barare, non bluffare e se sei a terra non strisciare mai".
E' vero che il titolo di quella canzone è "Uno su mille" e la battuta che viene sempre spontanea è quella di chiedersi "e gli altri 999?", ma penso che devi sempre vivere sperando di essere quell'uno e se così non sarà, ebbene non sarai quello che ce l'ha fatta, ma almeno sarai te stesso, non avrai fatto del male e non avrai strisciato. "La vita è come la marea: ti porta in secca o in alto mare": in gioco c'è la vita ed è il gioco della vita.
InVECE io sono STATO allevato con il detto di mia MADRE che ho capito troppo tardi: "Far del bene ... fa bene, far del male ... non c'è male".
RispondiEliminaIl nocciolo è proprio nella mia apPARENTE inCOMPREnsione.
Da bambino capivo: "Far del bene fa bene (... a chi lo ricece), mentre se fai il male ... non lo senti più".
Ma IO mi fermavo alla percezione PRIMARIA, cioè la PRIMA. In VERITA' non sapevo parlare e nemmeno ascoltavo il vero senso delle PAROLE perchè non mi sono mai piaciute le PAROLE. PreFERIVO i FATTI e mi SENTIVO BENE solo se FACEVO alcune COSE ... pensando sempre che FOSSE questo il BENE che volevano.
Spesso mi chiedevano quello che volevano ed io decidevo se farlo o non farlo. Certe volte NEGAVO di fare quello che mi dicevano di FARE, ma poi lo facevo perchè mi sentivo MALE a non FARLO. Vivevo come in un INFERNO dentro di me. Non comprendevo il MONDO e gli ALTRI che poi difficilmente ricambiavano.
Mia MADRE E' VIVENTE e non ho mai condiviso il SUO ESSERE MASCHIO, CATTIVO ... perTANTO "BRAVA". Ma non lo era SEMPRE. Poi ho scoperto il PERCHE'. Anche se credo che FACENDO il MALE in buona fede ... NON C'E' MALE ... io non CONDIVIDO a PRIORI il MOTTO. E nemmeno il TUO.
Ho imparato ad APPROFONDIRE TUTTO e il motto di tua madre, come quello di MIA MADRE, è ambiguo e SEMPRE in CONTRASTO tra SPIRITO e CARNE.
Ti inviterei a SPIEGARCELO come io ho CERCATO di SPIEGARE il MIO.
MALE in che senso (materiale o SPIRITUALE)?
PAURA in che situazione (MORTE o pre MORTE)?
Chi porterà la CROCE che MIA MADRE non vuole portare?
E la CROCE degli altri 999?
MOLTI SONO MORTI non facendo il MALE ... ma hanno avuto paura quando hanno compreso l'INGANNO di chi ti adESCA con il BENE.
EliminaHo sempre preFERITO chi apparentemente emanava il MALE ... perchè SONO questi quelli che CHIEDONO in SILENZIO aiuto e SONO sicuri che quell'AIUTO non lo potrà MAI dare una CARNE, ma SOLO UNO SPIRITO del BENE e, AHIME', del MALE.
Povero DEM...enteMONIO.
Eliminame sà che t'hanno confuso le idee alla fonte... "far del male.. non c'è male" ... giusto per la rima...
EliminaNON C'E' MALE nel contesto vuol dire ... ABBA'stanzaBENE!
EliminaNon mi ha confuso. Ero IO che pensavo in MEGLIO, ma il MEGLIO è nemico del BENE.
Io, in FONDO, non sono BENE, ma UN BUONO. E dalle mia parti è ABBAstanza negativo a differenza di un BUONO SPESA.
Ciao Lampur. Quello che ho scritto aveva solo il sapore di un detto popolare che qui da noi è molto usato: non fare mai del male a nessuno, agisci con coscienza e allora ti potrai fare forza per affrontare tutto senza avere paura (non dice che c'è un risultato vittorioso, dice solo di avere coraggio laddove ti puoi fare forza di un comportamento corretto). Tanto per amore di precisione faccio un copia incolla. Poi se ci vuoi ricamare sopra con gli altri commentatori con cui tu hai buoni rapporti (io purtroppo no e poi comunque non sono all'altezza di coglierne mai lo spirito), prego accomodatevi ma con garbo per cortesia, senza eccedere. A me del copia incolla basta la prima parte, quella che si ricollega al nostro detto bolognese, anche se mi piace "tutto è puro per i puri", peccato che i puri siano una razza quasi estinta.
EliminaCiao Lampur. Buona serata :)
MALE NON FARE, PAURA NON AVERE.
Adagio popolare che ha paralleli in tutte le lingue europee e un precedente nel latino
volgare medievale: ”Recte facendo, neminem timeas” = agendo con rettitudine, non devi
temere nessuno”.
Il detto però si ricollega al “Omnia munda mundis” = tutto è puro per i puri – che si trova
nell’epistola di S. Paolo a Tito (1,15). La fortuna di questo motto è dovuta alla citazione
fattane dal Manzoni nell’ottavo capitolo dei Promessi sposi (par. 78), quando padre
Cristoforo zittisce così il frate portinaio fra Fazio, scandalizzato dalla presenza di donne in
convento.
Anche Cicerone nelle “Tusculanae” cita qualcosa di simile, così pure Diogene Laerzio nei
suoi scritti. Ma forse il più noto detto del genere dell’antichità è l’inizio del’ode 1,22 di
Orazio: “Integer vitae scelerisque purus” = irreprensibile e immune da crimini.
Più recentemente ( 1348?) Edoardo III, re anglosassone, istituì l’ordine cavalleresco della
Giarrettiera in seguito, si racconta, a quanto accaduto ad un ballo di Corte. Si narra che
una dama avesse perduto una giarrettiera; il re l’avrebbe raccolta e restituita alla
proprietaria, e, a scanso di pettegolati, avrebbe pronunciato la frase in francese antico:
“Honni soit qui mal y pense” = sia vituperato chi pensa male.
Cara Marilena, credo che il bene che facciamo nessuno lo lo ricorderà ma noi lo sappiamo...
RispondiEliminail resto sta nelle nostre coscienze...
Buona giornata cara amica.
Tomaso
Esatto Tomaso è proprio una questione di coscienza. Avendola si riesce a non fare del male a chi ci circonda e a poter essere in pace con se stessi.
EliminaCiao a te e buona serata. Un abbraccio affettuoso. Marilena