Translate

mercoledì 18 dicembre 2013

RICHARD CLAYDERMAN-il pianista francese

Direi che dopo un paio di post di "schifezze", ho proprio bisogno di andare a cercarmi qualcosa di tenero, qualcosa che sappia di buono.
Richard Clayderman lo scoprii durante un viaggio, più di 35 anni fa. Comprai un suo LP a El Corte Inglés di Barcellona. Stavamo gironzolando quando sentii quelle note che mi rapirono e che mi portarono fino a quel suo disco. Le note erano quelle di "Ballade pour Adeline" che rimane uno dei brani più dolci che ha il potere di isolarmi dal mondo. Non potevo non metterlo qui, nel mio blog, non fosse altro per il fatto che ricordo ancora la magia di quel momento dove mi fermai in mezzo alla gente che affollava l'ipermercato e mi sentii sospesa. Ogni tanto ascolto Clayderman, ma soprattutto quel brano ha ancora il potere di placarmi nella mia battaglia con il mondo e, pianista per pianista, mi viene in mente il monologo del film "La leggenda del pianista sull'oceano". 
Quando ascolto Clayderman io riesco a stare dentro alla tastiera di un pianoforte che non è infinita come lo è la tastiera del mondo con i suoi milioni e miliardi di tasti.


Tu pensa a un pianoforte... i tasti iniziano, i tasti finiscono.. tu lo sai che sono 88 e su questo nessuno può fregarti.. non sono infiniti loro. Tu sei  infinito... e dentro quegli 88 tasti la musica che puoi fare è infinita... questo a me piace, in questo posso vivere. Ma se io salgo su quella scaletta e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai e questa è la verità, che non finiscono mai. Quella tastiera è infinita. Ma se quella tastiera è infinita allora su quella tastiera non c'è musica che puoi suonare. E sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio.  Cristo! Ma le vedevi le strade, anche soltanto le strade ce ne erano a migliaia. Ma dimmelo come fate voialtri laggiù a sceglierne una, a scegliere una donna, una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire.  Tutto quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce e quanto ce ne è. Ma non avete paura voi di finire in mille pezzi solo a pensarla quella enormità, solo a pensarla, a viverla?  
Io ci sono nato su questa nave e vedi anche qui il mondo passava, ma non più di 2.000 persone per volta. E di desideri ce n’erano ma non più di quelli che ci potevano stare su una nave tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità su una tastiera che non era infinita. Io ho imparato a vivere in questo modo. La terra è una nave troppo grande per me. E’ una donna troppo bella, è un viaggio troppo lungo, è un profumo troppo forte, è una musica che non so suonare. Non scenderò dalla nave, al massimo posso scendere dalla mia vita.
dal film "La leggenda del pianista sull'oceano" di Giuseppe Tornatore

4 commenti:

  1. Cara Marilena in fretta ti lascio un caloroso saluto e un abbraccio.
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Tomaso, lo sai che il tuo saluto mi fa sempre tanto piacere. Un abbraccio anche a te :). Ciao. Marilena

      Elimina
  2. Ciao Marilena , mi ricordo quel film ché ho visto un paio di volte
    Buona serata
    Tiziano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Tiziano. Resta un bel film e per me resta vero come ogni tanto il mondo fuori è troppo grande .... adesso va così, ma mi riprendo, soprattutto perché fra un po' è Natale e a me piace un sacco. Ciao :). Buona serata anche a te. Marilena

      Elimina