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mercoledì 18 giugno 2014

VA DOVE TI PORTA IL CUORE

C'era una volta il "MIO" fiume. E' l'Idice, che nasce dall'Appennino tosco-emiliano e diventa affluente del Po. Sarebbe più corretto dire che diventava, perché ora è poco più di un rigagnolo di acqua che bisogna scovare in mezzo ai tanti sassi, quei sassi che tanto ho amato nella mia infanzia sui quali nonna sbatteva il bucato, sui quali ho imparato a saltellare scegliendo velocemente quello giusto che non mi facesse scivolare in acqua.

Al mio fiume ho pensato spesso e ci penso tuttora. E per dar forma a quel pensiero uso le parole di Susanna Tamaro. 
Qualche tempo fa siamo andati a sederci su quei sassi; non c'eravamo tutti, ma mentre parlavamo, si parlava anche di quei cugini che quel giorno non erano lì con noi, ridevamo dei nostri ricordi, sfioravamo delicatamente alcune tristezze del presente ricacciandole con il calore di quei ricordi.
E chi era seduto con me, o chi stava dietro all'obiettivo quel giorno, capirà queste parole. Forse dobbiamo tornare presto a sederci su quei sassi, forse i nostri nonni vorrebbero che lo facessimo. Forse dobbiamo di nuovo buttare le scarpe e saltellare su quei sassi e se anche non rischiamo di cadere in acqua, forse simbolicamente ci ricorderemo come si fa a raggiungere l'altra riva.
Forse anche chi non ha vissuto e amato il fiume come me, dovrebbe andare sul fiume per ricordarsi che vi sono due rive e che occorre sempre provare ad andare da una riva all'altra, non importa come: saltando sui sassi, immergendosi e nuotando, prendendo una barchetta e remando. Fermarsi, ascoltare il cuore, rialzarsi e andare, perché è il cuore che ti dà la forza di andare da una riva all'altra.




… E quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. 
Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuto al mondo, senza farti distrarre da nulla, aspetta ed aspetta ancora.

Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore.
Quando poi ti parla, alzati e va’… dove lui ti porta.


Susanna Tamaro

7 commenti:

  1. Quanto è vero e bellissimo quello che scrivi.

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    1. Credo veramente che a volte ci smarriamo e dobbiamo fermarci per guardare l'altra sponda e chiederci come raggiungerla.
      Il fiume è sempre stato un grande amico e insegnante per me: lui sa dove andare ed osservandolo si possono proiettare i suoi insegnamenti su di noi. Dove andare e come fare per raggiungere la meta. E' quello che mi sono sempre augurata per la mia vita e che penso tutti dovremmo ricordare. Fermarci per poi ripartire. Buona serata. Ciao :). Marilena

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  2. Cara Marilena, rieccomi dopo una settimana di riposo.
    Vedo che i tuoi post sono come sempre interessanti, complimenti cara amica.
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio.
    Tomaso

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    1. Caro Tomaso, pure io manco e sono un po' latitante ovunque, non solo nel mio blog.
      Hai fatto benissimo a riposarti e sono certa che ti aspettano altre vacanze ... Ti mando anche io un forte abbraccio e una buona serata.
      Ciao :). Marilena

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  3. Mi convinco sempre più che l'onestà non paga. Se vuoi essere ricco e felice DELINQUI! Avrai tutto quello che vuoi. Se poi per caso si dovessero aprire le porte delle patrie galere, nessuna paura: tra semilibertà, permessi premio, sconti di pena il soggiorno sarà breve.
    Buon pomeriggio, Marilena
    Loredana, ovverossia Pirla 2 :-)

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  4. l'idice era un bellissimo fiume pieno di acqua ,ricordo che in estate si faceva il bagno si prendeva il sole e si passavano ore felici con gli amici.Poi
    a pomeriggio inoltrato si andava a mangiare le crescentine a Quinzano...quanti bei ricordi

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    1. Già, niente più acqua, niente più pomeriggi spensierati. Però qualcosa è rimasto: i ricordi che sono lì intatti e fanno sorridere e le crescentine di Quinzano che continuano a fare e sono pure buone (se la memoria non mi inganna l'ultima volta ce le siamo trangugiate senza pietà).
      Ciao :). A presto.

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