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giovedì 21 agosto 2014

ALZA GLI OCCHI

Una volta qualcuno mi disse che la miopia sarebbe diventata la normalità per l'uomo moderno; sosteneva che la mancanza di spazi aperti - quelli dell'uomo primitivo cacciatore - viziava i nostri occhi e li impigriva al punto che il non dover guardare oltre certe distanze avrebbe reso inutile per gli occhi il "dover guardare lontano".
Non so se era una sua folle teoria o se c'è qualcosa di vero, non mi sono mai interessata all'argomento, ma ho riflettuto sul fatto che effettivamente usiamo gli occhi quotidianamente per guardare sempre più vicino.

Camminiamo per strada e siamo circondati da palazzi che non ci fanno alzare la testa: il cielo lo guardiamo qualche volta di notte, così per qualche strascico pseudo-romantico, imperativamente la notte di S.Lorenzo alla ricerca di una stella cadente a soddisfare non so quale desiderio, ma di giorno no.

Pure il marketing strategico dei supermercati prevede che le scansie più alte (e quelle a terra) siano destinate ai prodotti che meno investono in soldoni e così pure le casalinghe non afflitte da cervicale hanno imparato ad allungare la mano verso i prodotti ad altezza naso.
Hanno abbassato anche i cartelloni pubblicitari nelle strade.

Siamo talmente abituati ad ascoltare le previsioni del tempo (quelle che non ci azzeccano mai) che al mattino alzandoci, non ci viene naturale spalancare la finestra e alzare gli occhi al cielo per cercare di capire se il vento spazzerà quelle nuvole o meno. Siamo oramai abituati alle previsioni meteo triorarie che ci rifila il PC (i più esigenti consultano quelle orarie) unitamente alla percentuale di umidità, la temperatura e il vento.
Qualche giorno fa sotto una pioggia scrosciante mi sono avventurata fino alla bottega del pakistano vicino a casa e nel suo italiano stentato mi ha detto sorridendo che le previsioni che aveva consultato avevano previsto nubi ma non pioggia. Pure lui già schiavizzato dal non alzare la testa e comprendere che quelle nubi della mattina erano così nere, così stracariche che potevano solo inevitabilmente portare pioggia. I nostri antenati contadini alzavano gli occhi al cielo e sapevano pronosticare il tempo e così si godevano anche i colori del cielo. Noi usciamo di casa senza nemmeno sapere se c'è una nuvola o due o dieci e se il cielo è azzurro intenso, azzurro chiaro o grigio.

Tutto cade sotto i nostri occhi "a misura d'uomo", anche i miei che purtroppo, mi rendo conto, conoscono di più l'azzurro della schermata di Windows.
Il cielo non ha parenti; tratta egualmente tutti gli uomini. Confucio

6 commenti:

  1. Cara Marilena, bello il tuo post, qui siamo tutti uguale e il tempo fa quello che vuole e per tutti!!!
    Una differenza però ce, che chi è molto ricco se la cava sempre mentre il povero è distrutto!!!
    Buona giornata cara amica.
    Tomaso

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    1. Sì Tomaso, ma il cielo è di tutti, ricchi e poveri, ma oramai non lo guardiamo più. Il tempo fa quello che vuole, ma noi ce ne accorgiamo solo ascoltando le previsioni e se alziamo gli occhi arriviamo al massimo al 2° piano del palazzo che incontriamo ... non andiamo oltre.
      Buona serata caro Tomaso. Ti mando un abbraccio. Ciao. Marilena

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  2. in un'estate così pazzerella tutte le previsioni non possono che essere sbagliate :) ogni anno si parla dell'estate più calda del secolo e poi piove sempre! aspettiamo l'estate di ottobre :))

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    1. E' già successo in passato di avere un ottobre caldo, ricordo che giravo con magliette senza manica, vestita di cotone. O forse quest'anno andremo pure al mare a Natale. Chissà. Ciao Andrea, buona serata. Marilena

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  3. A prescindere dalla miopia, la verità è che non sappiamo più guardare: abbiamo sempre gli occhi incollati su qualche schermo. Crediamo di poter possedere il mondo e non ci rendiamo conto che lo stiamo perdendo. Basta osservare il comportamento di qualsiasi turista: anziché ammirare le bellezze che ha di fronte (un monumento, un dipinto, un panorama, ecc.) preferisce fotografare tutto. A casa poi avrà il tempo per guardare. L’uomo moderno, oramai, si riconosce solo in un video, in una foto, in un’immagine…è attratto dalla virtualità, piuttosto che dalla realtà circostante.
    ciao

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    1. E' tristemente vero quello che hai detto, anche quando guardiamo bellezze che ci circondano, in realtà le guardiamo attraverso un obiettivo e perdiamo tutti i particolari.
      Pensa che uno dei consigli che viene dato a chi visita Bologna è sempre quello di girare con il naso all'insu; ci sono strade in centro dove se alzi gli occhi puoi vedere appartamenti storici con soffitti affrescati pazzeschi. Mi sto rendendo conto che ho perso quell'insegnamento e anche io guardo troppo all'altezza del mio naso. E chiamano tutto ciò "a misura d'uomo", che vuol dire che non abbiamo più orizzonti.
      Presa coscienza si tratta ora di alzare la testa più spesso e riscoprire l'azzurro del cielo. Ciao Remigio, buona serata. Marilena

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