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Piazza Maggiore - il Crescentone |
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21.04.1945 P.za Maggiore - Foto presa dal web |
Non mi interessa.
Non voglio ascoltare chi di quei tempi ama sottolineare, con tono accusatorio, che i bombardieri americani provocarono ingenti danni al patrimonio artistico del centro storico.
Non mi interessa.
E non voglio nemmeno ascoltare quelle notizie di manipoli di persone che contestano ogni anno questo anniversario con azioni di disturbo alquanto criticabili. Non mi interessa.
So che ho rispetto per quello che soffrirono le persone all'epoca, so che ho sempre ascoltato i racconti dei miei nonni e dei miei genitori con il cuore che sobbalzava e ho sempre immaginato le scene della loro vita all'epoca, la fame, la paura, le fughe, un unico abito da indossare per una settimana, le scarpe rattoppate, il suono delle sirene che facevano correre ai rifugi, le macerie di palazzi crollati e tutto il resto.
Caduti della Resistenza- parete Sala Borsa |
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Lapide a memoria accanto alla Sala Borsa |
Ecco perché voglio ricordare la Liberazione, per rispetto di tutte le persone che hanno fatto tanto per difendere la propria vita e quella dei propri cari, che sono rimaste qui, senza fuggire, per difendere la propria terra sapendo di rischiare ogni giorno la vita. Per rispetto di chi è morto sotto il fuoco di disumane stragi. Per onorare chi quella guerra l'ha vissuta e patita: eroi sconosciuti e non con le loro piccole o grandi azioni coraggiose.
In Piazza Maggiore, a Bologna, c'è un punto della piattaforma pedonale (quella che noi chiamiamo "crescentone") dove il marciapiede è danneggiato e non viene riparato perché si vuole tenere memoria del fatto che il danno fu causato da un carrarmato americano il 21 aprile 1945, giorno della Liberazione di Bologna e quando lo vedo mi procura sempre una stretta allo stomaco. E lo stesso sentimento lo provo quando mi aggiro per la città e leggo quelle lapidi poste in ricordo.
Lapide Porta Mazzini |
Porta di Strada Maggiore (Porta Mazzini) |
E' retorica dire che non ci dovrebbero essere guerre: ci sono state, ci sono e temo che ci saranno. Non può essere retorica ricordare le sofferenze che comportano e il grande sollievo di quando finiscono.
La liberazione da un incubo.
E anche se non c'ero voglio ricordare quei volti felici che festeggiarono quando tutto finalmente finì: IO NON VOGLIO DIMENTICARE.