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Visualizzazione post con etichetta amore delle donne. Mostra tutti i post
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venerdì 6 dicembre 2013

Dedicato a chi è allo sbando

Prendo in mano questo gomitolo: è tutto attorcigliato, non vedo né il capo né la coda, ma ci provo a dipanare … 
E’ quello che le donne ti raccontano quando vieni scelta come la confidente di quel loro privato che nessuno sa.
Sono le donne in sofferenza che vogliono parlarti di amore. Ma purtroppo sono donne che hanno confuso l’amore con la dipendenza affettiva.
Ho conosciuto chi, separata, ha accettato di parcheggiare il proprio figlio dai nonni perché il nuovo compagno non voleva in casa “il figlio di un altro”. Ho conosciuto chi si è annientata, nel giro di poco, abbandonando la propria brillante posizione lavorativa per calarsi nel ruolo della donna in attesa del rientro dell'amato.
L’elenco potrebbe continuare, ma il risultato è sempre stato lo stesso: nella migliore delle ipotesi abbandonate, nella peggiore delle ipotesi maltrattate psicologicamente o fisicamente.
E adesso che io sono oltre la metà della boa della vita continuo ad ascoltare storie incredibili di donne adulte che si fanno soggiogare psicologicamente e talvolta entrano nella spirale del maltrattamento fisico.
Donne che hanno figli adulti, magari dei nipotini, eppure continuano a cadere nella rete di uomini sbagliati.
Ascolto le storie ed una delle prime cose che mi manda al tappeto è sapere che questi uomini sono stimati professionisti o plurilaureati con posizioni di spicco. E menano. Uomini che non sono cresciuti nella fatiscente baracca ai margini della società in mezzo al degrado. E le donne di cui parlo non sono casalinghe che si sono cibate di telenovelas. Donne e uomini di cultura, con famiglie regolari alle spalle.
Eppure si instaura un rapporto dove ad un certo punto lui inizia a tirare sberle che lei prende, non ascoltando i propri figli che la supplicano di troncare. E la storia prosegue e quand’anche decide di farsi aiutare da qualcuno qualificato, ti dice “ne sono uscita, sai, adesso su 5 volte che mi telefona, rispondo solo una volta”.
No, amica mia, non ne sei uscita, ci sei ancora dentro, altrimenti non risponderesti nemmeno quell’unica volta.
Si parla parecchio di femminicidio che, senza arrivare all’uccisione, consiste anche nell’annientamento morale della donna, con dati sconfortanti e sento parlare di sudditanza economica, di condizionamenti e attitudini culturali. Ma le situazioni che conosco io non rientrano in questa casistica.