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lunedì 23 giugno 2014

FRENESIA


Una volta quando dovevi telefonare, avevi il telefono con la rotella. 
Quando ci installarono il telefono nella vecchia casa, il numero iniziava con 30 e storcemmo un po' il naso: nessuno amava i numeri che contenevano uno zero, perché dopo averlo composto quella rotella ci impiegava una vita a fare il percorso a ritroso. 
Ma chi chiamava, aspettava pazientemente, perché sapeva che di lì a poco avremmo parlato al telefono. Ora tutti hanno i numeri memorizzati; pigi un tasto, anzi no, sfiori il video e già ti innervosisci se uno non risponde al secondo squillo. 


E l'auto? Non perdiamo nemmeno più il tempo per infilare la chiave nella serratura, abbiamo un telecomando per aprirla, perché quando arriviamo alla portiera la dobbiamo trovare aperta, altrimenti è tempo perso! I parcheggi dei supermercati di sera sembrano Las Vegas con tutte quelle lucette che lampeggiano e fanno bip bip.
E se dobbiamo muoverci abbiamo il navigatore dove un'antipatica voce metallica ci dice di girare di qua e poi di là. Nessuno ha più la pazienza di accostare, abbassare il finestrino e formulare la domanda di rito "Scusi, per cortesia, mi sa indicare ...." (e così ti perdi anche le risate che ti facevi una volta quando nel fermare la persona scommettevi se era o meno del luogo e di solito non lo era ... e giù a ridere). Chissà se qualcuno ha ancora la pazienza di giocare a Monopoli senza avere un TomTom che ti dice quante caselle mancano a Parco della Vittoria e se qualcuno ancora solleva il proprio contrassegno nelle caselle ... no, credo di no, tempo sprecato. O forse hanno inventato anche qui il telecomando e io non lo so ? 


Abbiamo la frenesia di muoverci in fretta, parlare in fretta, arrivare in fretta. Sempre e comunque accompagnati dalla frenesia dettata dal NULLA. Non importa se la telefonata è una cretinata, se la destinazione non è per un'impellente urgenza. Tutto deve avvenire subito.

Là fuori, c'è una società in crisi con disoccupati o cassintegrati e anche pensionati che non sanno come far arrivar sera. Ma anche questa schiera di persone è vittima della frenesia collettiva: anche loro stanno incollati a cellulari fremendo per una risposta, si agitano per le file alle casse del supermercato, pigiano febbricitanti il telecomando dell'auto, evidentemente schiavizzati da quella che io chiamo frenesia e che invece pare essere uno stile di vita.

PS: avessero la stessa frenesia certi uffici e reparti che frequento ....ecco che magicamente la parola frenesia diventerebbe efficienza !!!!  
L'uomo moderno pensa di perdere qualcosa − del tempo − quando non fa le cose in fretta; però non sa che fare del tempo che guadagna, tranne ammazzarlo. Erich FrommL'arte di amare, 1956