Mi piacciono il mare, le montagne, la campagna, tutta la natura mi incanta, ma davanti ad un fiume riesco a starci per delle ore guardando lo scorrere dell'acqua. Un'inguaribile catalessia.
Ci sono i fiumi con l'acqua che ruzzola giù allegra, che fa piccoli vortici, che si infrange sui sassi, ma tutte le volte che si infrange crea un vortice diverso.
Ci sono i fiumi tranquilli che scivolano lenti e piatti. Li amo entrambi, mi affascinano e riescono a tenermi lì in una sensazione di benessere unica.
Nell'Idice ci andavo durante la mia infanzia (allora c'era ancora l'acqua, ora è sempre in secca).
Fin da piccola mi lasciavano anche da sola là su quel fiume, tanto tutta la famiglia sapeva che il fiume ed io eravamo amici. Mi perdevo a giocare con i sassi, a volte buttandoli in acqua a volte togliendoli dall'acqua per creare fosse più profonde.
Ci andavo con i miei cugini e acchiappavamo i pesci con le mani (o usavamo anche altri sistemi non proprio leciti per pescare).
Ci andavo con la nonna che faceva il bucato nel fiume.
Nell'adolescenza il fiume fu quello dove andavamo a fare i pic-nic; si partiva la mattina con la griglia per un barbecue e un'immancabile chitarra. Suonavamo e cantavamo - tra uno spiedino e l'altro - sempre accompagnati da quel gorgoglio del fiume.
Nel fiume ho corso e giocato con i miei cani, ho nuotato e mi sono divertita con loro.
Ho imparato a camminare spedita tra i sassi del fiume, rigorosamente scalza; richiede una certa abilità, ma è come andare in bicicletta, quando hai imparato non lo scordi più. Ancor oggi il primo gesto è buttare le scarpe e affrontare i sassi sapendo che devi scegliere quello giusto per non perdere l'equilibrio e ruzzolare.
Ho imparato a camminare spedita tra i sassi del fiume, rigorosamente scalza; richiede una certa abilità, ma è come andare in bicicletta, quando hai imparato non lo scordi più. Ancor oggi il primo gesto è buttare le scarpe e affrontare i sassi sapendo che devi scegliere quello giusto per non perdere l'equilibrio e ruzzolare.
Forse guardare e vivere il fiume mi ha inconsapevolmente insegnato tante cose. Non sono certo io un'esperta in materia e non so spiegarmi questo amore per il fiume. Ma in fondo il fiume sa sempre dove andare, sa che deve andare verso il mare. A volte sa rompere gli argini e uscire dalla sua normalità, a volte è generoso e accoglie anche i piccoli torrenti. Il fiume (e non parlo del Rio delle Amazzoni) è raccolto ed intimo, ne vedi i contorni, a differenza del mare con la sua sfacciata imponenza. Il fiume porta dentro di sé tutto il mondo che lo circonda ed allora ci puoi vedere il sole, le nuvole, le stelle, gli alberi, i colori tutti.