Translate

Visualizzazione post con etichetta rapporti tra giovani. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta rapporti tra giovani. Mostra tutti i post

mercoledì 2 aprile 2014

I RAGAZZI CHE SI AMANO

A volte penso che se Jacques Prévert fosse qui oggi, non potrebbe più scrivere poesie come “I ragazzi che si amano”. Lui scriveva “I ragazzi che si amano si baciano in piedi contro le porte della notte e i passanti che passano li segnano a dito. Ma i ragazzi che si amano non ci sono per nessuno”.
Animated-GIFs-Jamie-Beck-Kevin-Burg-14Io mi sono sempre intenerita nel vedere due ragazzi che si sussurrano nelle orecchie, che si baciano, che si guardano come se il mondo intorno non esistesse, ma più sto in giro, in mezzo “ai passanti”, più mi rendo conto come è raro assistere a queste immagini che erano dolcissime, almeno per me che non ero una dei passanti di Prévert che li additava.
Forse noi siamo stati complici di questo cambiamento. La mia generazione è quella dei ragazzi che si baciavano contro le porte della notte e anche del giorno, quella che girava con la 500 per arrivare ad un qualche campo collinare dove, se ti andava bene, riuscivi a stare per qualche mezz’ora prima che arrivasse il contadino a dirti che quella era proprietà privata. La mia generazione è quella dove se avevi fortuna, c’era in mezzo al gruppo quello che aveva il “trappolo” che qui a Bologna altro non era che una cantina tirata a lucido, con qualche poltroncina, rigorosamente sfondata, quella che era stata scartata dai genitori, qualche faretto a luce fioca e l’immancabile mangianastri ed eravamo almeno in 10 stipati in 6mq (mi sono sempre chiesta se “la cantina buia dove respiravamo piano” di Battisti fosse veramente il trappolo o se devo credere ad una qualche altra allusione ….).
La mia generazione era obbligata a baciarsi davanti ai passanti, ma poi mettici i guardoni, mettici quelli che ti sorprendevano in auto e ti rapinavano, per non dire peggio, la nostra generazione è stata quella che per i propri figli non voleva correre rischi.
Ed è con noi che si sono aperte le porte delle nostre case “perché qui siete al sicuro, tanto noi andiamo a cena fuori e poi vogliamo andare al cinema, prima di mezzanotte non torniamo …”.
Mi ha sempre fatto ridere il racconto di un ragazzo che aveva concordato con i genitori (stremati da una quantità ignobilmente straripante di film che avevano visto) un segnale per consentire loro un rientro anticipato: se la tapparella della cucina era abbassata divieto di rientro, se la tapparella era alzata via libera.
Fino a quella sera in cui si scordò di alzarla e i genitori dopo aver girovagato tutta notte presero il coraggio di telefonare per supplicare di poter rientrare.

Che bisogno hanno i ragazzi di baciarsi contro le porte della notte ? Ora ci entrano da quelle porte. Forse oggi  bisognerebbe scrivere “gli adulti che si amano si baciano in piedi contro le porte della notte… ecc.”.