Chiunque
stazioni nei pressi di una toilette pubblica sentirà sempre un uomo rivolgersi alla sua signora appena
uscita con un: “ti davo per
dispersa … ma quanto ci hai messo !?”.
E c’è pure qualcuno
che ancora si chiede perché nelle toilette delle donne c’è sempre la fila (per me deriva da
qui il cosiddetto "bagno di folla"). E allora, prego signori uomini, ecco il tour virtuale delle toilette per signore.

Già dopo
l’uso del servizio entriamo in panico; sappiamo che non dobbiamo più cercare la
catenella (retaggio di un tempo che fu), ma ci aspettiamo un banale
scarico a parete, magari di quelli a doppia erogazione che comunque, con il
nostro mini-bagaglio tecnologico, abbiamo imparato ad usare.
Ma se
girandoci ci rendiamo conto che il bagno è completamente piastrellato e non vi
è traccia di scarico a parete, dobbiamo lanciarci alla ricerca
dello sciacquone perduto. Il maledetto si palesa
sotto forma di pulsante sapientemente mimetizzato a lato del WC (che per
trovarlo devi romanticamente accarezzare tutte le piastrelle), in basso che più
in basso non si può, o di pedale ai piedi dello stesso. Quest’ultimo è il più
diabolico perché solitamente pigi e ri-pigi per una fuoriuscita di 10
gocce d’acqua e allora ti fai due polpacci così per insistere.
Tempo medio
totalizzato : 1 minuto di pipì e 15 minuti di ricerca sciacquone (viene altresì svelato il perché 2 donne entrano insieme: è solo per supportarsi nella ricerca del pulsante sciacquone).
Si esce dal
servizio e ci si misura con lo sguardo di disprezzo delle donne che sono
in fila, ma si supera a testa alta questo momento che potrebbe
essere imbarazzante per chiunque, ma non per chi sa che la prossima che entrerà
avrà le tue identiche difficoltà con lo sciacquone.
Con il
sorriso diabolico-ironico “di chi sa” ci si appropinqua al lavandino sovrastato
da specchio gigantesco.
Chi è quel
gran genio che ha deciso di mettere uno specchio di 4x4m in un bagno per donne
?
Ammettiamolo,
uno specchio davanti ad una donna non aiuta, perché inevitabili partiranno i
gesti in sequenza: un’aggiustata ai capelli, una controllatina al trucco, la mano che si insinua nella borsa Mary-Poppins alla ricerca della
matita, solo per rinfrescare la riga sotto l’occhio e magari, suvvia,
un’altra immersione alla ricerca del lucidalabbra, giusto
perché si è lì.
Altra
aggiustatina ai capelli, perché chinati di qua, rovista di là, i ciuffi ti sono
scesi.
Dopodiché
inizia il rito del lavaggio mani che emula la scena dello sciacquone.
Non ci sono
manopole, muovi le mani sotto al rubinetto augurandoti sia
quello con le fotocellule … no …. allora ti scosti e cerchi il pedale, il
maledetto pedale che occultano manco fosse un ricercato Interpol. E quand’anche l’hai trovato, devi prima assicurarti una posizione contorsionistica (l'aver "letto" il Kamasutra aiuta) che ti consenta di lavarti le mani e solo quelle; solitamente trattasi della posizione a cucchiaio
(inattuabile per le donne alte meno di 165 cm). E il dramma è che
dobbiamo sforzarci di non guardare dentro allo specchio oversize che abbiamo
davanti, perché se ci vediamo riflesse, scatta inevitabile
la vanità femminile che ci obbliga a raddrizzarci (la posizione a cucchiaio evidenzia impietosamente i rotolini di ciccia della pancia) perdendo definitivamente il
contatto con il pedale dell’acqua. E devi ricominciare tutto daccapo.
Con le mani gocciolanti vai verso il soffione per asciugartele; ti avviti su te stessa per pigiare il pulsante con il
gomito (sì, perché a noi schifa toccarlo con la mano) e parte il soffione che
poi è tutto rumore e niente asciugatura. Stai lì 3 minuti che minano con danni permanenti la Tromba
di Eustachio sinistra declassandola a Fischietto di Eustachio ed inevitabilmente devi
rimettere la mano nella borsa Mary-Poppins per cercare un fazzolettino con cui
finire di asciugarti. Un’altra sbirciatina (prolungata) allo specchio oversize
e te ne esci.

Scegliete: O non
commentate OPPURE organizzate una raccolta di firme per il referendum “vuoi che
venga abrogata la tecnologia e distrutto lo specchio oversize nelle toilette per signora ?”.