Il cinema
Astoria era in Via Dagnini, ma oggi non c’è più. Abbattuto per far posto
all’ennesimo centro commerciale. Era il cinema della mia infanzia.
La domenica
mattina, dopo il catechismo, andavo al matinée del cinema Astoria. Mi sentivo
grande, perché i miei genitori mi lasciavano andare da sola (in realtà eravamo
un nugolo di bambini) e sollevavano così quella campana di vetro sotto la
quale di solito mi tenevano. Il cinema
Astoria faceva il pieno di noi bambini …. i tempi erano diversi e all’epoca ti
potevi fidare a lasciare tanti bimbetti da soli senza guardiani, oggi
rabbrividisco alla sola idea.
C’era il
venditore di bibite che saliva e scendeva le scalinate e per noi era festa
grande dargli le monetine per la gassosa o per una girella di liquirizia.
Al cinema
Astoria ho fatto il pieno di cartoni animati e film, alcuni dei quali sono
sicuramente sconosciuti ai più perché bisogna avere una certa età per
ricordarli. Di solito si esordiva con un cortometraggio di Tom e Jerry,
dopodiché iniziava il vero film che, nove su dieci, era “Francis e il mulo
parlante” piuttosto che “Stanlio e Ollio”. Quante risate hanno sentito le
pareti di quel cinema, quanta allegria e spensieratezza si sono infiltrate in
quei muri. Ma al cinema
Astoria ci andavo ogni tanto anche di sera, accompagnata da mia madre che con
me ha condiviso tutti i film di Gianni Morandi (In ginocchio da te, Non son
degno di te, ecc.).
Subivo con
impazienza i cinegiornali che precedevano il film (odiosi quanto la pubblicità
di oggi), ma poi che emozione grande ci regalavano quelle casarecce pellicole
ingenue che però per noi erano romanzi bellissimi. Ricordo ancora la mano che
mia madre appoggiava sul mio braccio per consolarmi quando mi commuovevo
davanti ad una scena triste. Mentre
rientravamo a casa, percorrendo quelle poche centinaia di metri che ci
separavano dal cinema, era tutto un dire “e hai visto quando lui le dice … ”,
“e lei, hai visto il vestito….” , “sì, ma hai sentito quando lui canta ….”,
“ah, io ho pianto quando lui….”. Era tutto un vociare emozionato, neanche
avessimo visto chissà quale capolavoro cinematografico.
C’è comunque
un film che resta in cima a tutto e non certo perché era meglio degli altri.
Credo fosse
il 1964, alla televisione trasmettevano l’ultima puntata de “La cittadella”
(uno sceneggiato con Alberto Lupo che mia madre aveva fino a quel momento
seguito e adorato) mentre al cinema Astoria proiettavano –ultima sera in
cartellone- “La guerra dei bottoni”. Ci tenevo da morire a vederlo, perché a
scuola ne avevano parlato tutti. Pregai, supplicai mia madre che non ne voleva
sapere perché per l’appunto voleva godersi –giustamente- la fine dello
sceneggiato. Fu certo per
amore che ad un certo punto mi disse “dai mo’, vestiti che andiamo
all’Astoria”. Non ce lo siamo mai scordate quell’episodio, né lei né io. Dopo
40 anni, ancora mi ripeteva ogni tanto “mi hai fatto perdere l’ultima puntata
della Cittadella”.
E pensare
che non mi ricordo nulla di quel film che era tanto in cima ai miei desideri ….
un capriccio.
Non posso
più entrare al cinema Astoria per respirare quegli anni: il cinema Astoria non
c’è più.
C’era una volta il cinema Astoria, una pagina della mia vita affogata dentro al cemento che avanza.
C’era una volta il cinema Astoria, una pagina della mia vita affogata dentro al cemento che avanza.
La guerra dei bottoni
ci andavo anch'io la domenica mattina, alla fine degli anni 60, massimo 71... poi sono andato via da bologna e non ci sono più tornato se non per brevi passaggi, spesso di fretta. e stasera, oltre 50 anni dopo mi è venuta nostalgia di quel cinema e quei momenti. Grazie di averle rammentati
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