Translate

lunedì 8 aprile 2013

QUANDO ANDAVO ALLE SCUOLE ELEMENTARI

ilmiobloginunozaino
Ricordi pallidi, molto sfocati, fuorché uno: quello della mia maestra delle elementari, la Signorina Dantini.

Era un donna piccina, sottile tanto da essere appuntita nelle sue forme, così come era appuntita anche la sua grafia. Badava moltissimo alla disciplina: dovevamo essere sempre composte, sedute nel nostro banco, con la schiena diritta, non tollerava che facessimo le pieghe ai quaderni (le cosiddette “orecchie”)  e quindi ci imponeva di mettere le graffette agli angoli dei quaderni. Dovevamo scrivere bene e ordinatamente, se non lo facevamo ci obbligava a scrivere pagine su pagine in “bella calligrafia”. Visse con estremo disagio l’avvento della biro perché lei era una sostenitrice del calamaio che, a suo dire, ci obbligava a calibrare i gesti per non sporcarci e ci costringeva quindi a movimenti misurati.
Eppure tutte queste sue “manie” non ce l’hanno fatta detestare, anzi il contrario. Volevamo bene alla nostra maestra ed io per diversi anni, fino alla superiori, di tanto in tanto, andavo nella mia vecchia scuola solo per farle un saluto. Non era sposata e all’epoca il fatto ti bollava come zitella, ma nessuno dei nostri genitori si è mai permesso di etichettarla come tale, assolutamente no, lei era la Signorina Dantini, con tutto il rispetto che uno può metterci nel pronunciare la parola Signorina.
Ancora oggi quando vedo qualcuno che scrive UN apostrofato davanti ad un sostantivo maschile mi vengono in mente le sue parole: UN ASINO non si scrive con l’apostrofo e mentre pronunciava queste parole enfatizzava, con fare minaccioso e dispregiativo, la parola ASINO per ricordarci che se avessimo messo quell’apostrofo eravamo tutte asine.
Cara signorina Dantini, chissà cosa direbbe oggi che tutti scrivono KE, TVB, anke, ecc. e chissà come soffrirebbe nel vedere che anche i giornalisti apostrofano erroneamente !
ilmiobloginunozaino

Ho recuperato dalla mia scatola dei ricordi ciò che mi scrisse la signorina Dantini quando terminai le elementari: mi fa sorridere quel suo modo di esprimersi “comune lavoro, svolto con lieto animo”.
Era un’espressione fuori dal tempo ma lei, pur con tutte le sue manifestazioni fuori dal tempo, è riuscita a vincerlo il tempo, visto che oggi a distanza di tantissimi anni sono qui a scrivere di lei.

Nessun commento:

Posta un commento