Settefonti (anticamente chiamata Stifonti) prende il nome dalle sue 7 fonti miracolose che sgorgavano nei boschi di questa zona. Le fonti, si dice, avevano poteri miracolosi di guarigione.
Casualmente mi è capitata tra le mani una pubblicazione che parlava proprio di Settefonti e ho scoperto che esiste una leggenda su questa località, leggenda che mi era sconosciuta ma che mi è piaciuta ed ho pensato di riportarla qui, per non perderla o dimenticarla.
FOTO PRESA DAL WEB |
Attorno al 1100 Bologna era turbata dalle lotte tra Guelfi e Ghibellini; in questo clima turbolento nasce nell'antica famiglia Chiari, una bimba.
Le viene impartita un'educazione religiosa. Crescendo diviene una splendida ragazza che decide di dedicare la vita alla preghiera e sceglie di vivere nel Convento camaldolese di Stifonti. Il monastero (dedicato a S.Cristina) sorgeva vicino all'attuale Pieve del Pastino, a ridosso del crinale tra i calanchi.
La ragazza prese i voti nella chiesa bolognese di S.Stefano scegliendo il nome di Lucia. Divenne poi badessa alla morte della fondatrice del convento.
La fama della sua bellezza e delle miracolose guarigioni di Stifonti giunse anche alle tante guarnigioni che presidiavano il territorio. In una di queste guarnigioni vi era un soldato di ventura, nobile bolognese, conte e cavalier Diotagora Fava, conosciuto come Rolando. Aveva conosciuto Lucia in una chiesa di Bologna prima che lei prendesse i voti.
Rolando percorreva ogni mattina a cavallo il sentiero tra i calanchi per recarsi alla chiesa del convento, innamorato silenzioso di Lucia.
Lucia provava turbamento da queste visite che tentava di scacciare con assidue preghiere e penitenze finendo per cadere ammalata. Una volta guarita decise di parlare apertamente a Rolando, dichiarandogli il suo amore ma pregandolo di non tornare mai più. Rolando si rassegnò a non tornare e partì crociato per la Terrasanta. Lucia, minata dalla malattia, nel frattempo muore. Rolando in terra lontana viene fatto prigioniero, rinchiuso in una cella dove una notte, in preda ad una violenta febbre, vede Lucia che gli tende la mano e viene trasportato a Stifonti. Risvegliandosi si incammina verso il convento, si inginocchia davanti alla tomba dell'amata e piange.
In quel momento le 7 fonti di acqua che si erano seccate alla morte di Lucia, iniziano di nuovo a zampillare.
Oggi il Monastero non esiste più e anche le 7 fonti si sono prosciugate col tempo; l'ultima che era rimasta fu interrata dal proprietario stanco dell'andirivieni della gente che si andava a bagnare sperando in un miracolo.
Fin dal 1573 lo stretto calanco che Rolando percorreva prese il nome di Passo della Badessa.
Cara Marilena, questo è veramente un post interessante, io non ricordo di aver letto da te questo post, sai tante volte mi succede che mi dimentico.
RispondiEliminacredo che sia la vecchiaia:-)
Ciao e buona domenica cara amica.
Tomaso
Sì, caro Tomaso lo avevi letto, era una mia scampagnata di una domenica tra i dintorni di Bologna. Non puoi certo ricordare tutto; io già non so come tu faccia a leggere tanti blog e a lasciare sempre così carinamente un commento a tutti (ti vedo nei vari blog). Io non ce la faccio a leggere tutti e sempre ... altroché vecchiaia .... avercela la tua vecchiaia !!
EliminaCiao con un abbraccio e buona domenica anche a te. Marilena
Le leggende mi interessano da sempre. Lì dove la linea di confine tra la storia e la fantasia si uniscono. Non conoscevo affatto la storia di Lucia e di Rolando. Per qualche attimo mi hai fatto pensare all'Orlando Furioso. Grazie per la bella gita nel passato.
RispondiEliminaIo al contrario non ho molta dimestichezza, ma quando incappo in qualche leggenda, pure io me la bevo tutta d'un fiato ... ha quel buon sapore delle favole e ti lascia sempre quel dubbio: ma ci sarà o no del vero ???
EliminaQuesta mi è capitata veramente per caso e, sempre per caso, poco tempo dopo che ero andata per la prima volta a Settefonti. Non potevo non metterla qui tra le memorie. Ciao Mariella. Buona giornata. Marilena
Bellissima e romantica questa leggenda! Hai fatto bene a riportarla, mi piacciono molto queste storie. Certo che il proprietario che ha fatto interrare la fonte è proprio stolto: avrebbe potuto far pagare un biglietto diventando ricchissimo!!!
RispondiEliminaIl nome Diotagora Fava è un capolavoro! XD
Sì, bella davvero. E tu hai colto anche un aspetto a cui non avevo pensato: pagare per la fonte sarebbe stato un bel commercio. Ma forse il proprietario ha preferito la tranquillità della sua campagna ai soldi ...... (non la finirò mai di credere alle favole !!).
EliminaCiao Albolo, mi fa sempre piacere sentirti ogni tanto e rinnovo sempre l'invito a vegliare (guarda che adesso più che mai ne ho bisogno ... tu veglia !!). Ciao :). Buona giornata. Marilena