E il tifone della crisi è arrivato puntuale.
Confesso che all'inizio mi ha destabilizzata parecchio, guardavo con famelica apprensione le previsioni, i dati, valutavo le manovre, ipotizzavo l'imponderabile sempre più spaventata. Leggevo di tutto e di più sulle opinioni degli economisti alternando stati di pessimismo totale a pochi momenti di ritrovata fiducia. Poi gradualmente ho cercato di calmarmi, di cercare da sola il lato positivo che mi aiutasse a superare la paura.
Ne parlai con qualcuno della mia cerchia e arrivammo a sentenziare che sì, sarebbero stati momenti brutti, duri, difficili, ma sicuramente la gente avrebbe finalmente ritrovato il piacere delle piccole cose, si sarebbero rinsaldati gli affetti spinti dalla volontà di affrontare uniti i brutti momenti, saremmo stati tutti più concreti e finalmente ci saremmo sbarazzati della mania del superfluo, ci sarebbe stata una riscoperta dei veri valori, avremmo imparato a riparare anziché buttare, ad autoprodurre in un'ottica diversa del rapporto con il denaro.
Senza magari arrivare alla serenità agreste che è nel mio immaginario (l'odore del latte appena munto, dell'erba falciata, della ciambella dentro al forno, le serate attorno al camino a cuocere castagne, gli innocenti tavoli da gioco puntando fagioli, ecc.) ero convinta che sarebbe scattata una sorta di solidarietà tra la gente e l'avidità di vivere e di cambiare le cose avrebbe fatto il resto.
Come mi sono sbagliata !!
Bambini ammalati di bullismo. Adolescenti che ingurgitano alcol più di quanto ne reggeva una vedetta in trincea; sesso per una ricarica di cellulare. Giovani che hanno appreso che le cose si ottengono con la violenza, o con la truffa o con le raccomandazioni o con l'inganno.
Adulti che sfasciano intere famiglie ammazzando mogli, amanti, figli così, come si ammazza una zanzara. Violenze sui bambini anche di quelle tate che ai miei tempi allietavano l'infanzia.
Anziani che con il SUV ammazzano pedoni e poi scappano o imbracciano fucili perché il vicino insiste a parcheggiare troppo vicino al loro SUV.
Un incessante dilagare che nulla ha a che fare con la solidarietà, con la riscoperta dei veri valori. Anzi: buttati, quei pochi che c'erano, nel WC.
Ma soprattutto la rassegnazione di tutti.
Il coro generale che recita che nulla può cambiare e così si trovano giustificazioni astruse per chiunque in un clima di lassismo dominante che porta ad essere indulgenti su tutto in questa inerme terra oramai vittima di invasioni, fatta di un popolo che non ricorda più cosa significa amare e difendere la propria patria e razzola nel disfattismo generale.
Era il 2003 quando uscì, postumo, il pezzo di Giorgio Gaber "Io non mi sento italiano". Sembra scritta oggi ed io come lui dico "io non mi sento italiana, ma per fortuna o purtroppo lo sono".
Cara Marilena, mi dispiace di quanto sta succedendo in Italia, come tu sai io vivo da 60 anni in Svizzera ,e qui se anche ce un podi crisi non ci si può lamentare.
RispondiEliminaSento tropo spesso delle cose brutte e tragiche causa questa infinita crisi italiana, che in fondo è Mondiale.
Coraggio cara amica speriamo che qualcosa cambi!!!
Ciao con un abbraccio forte forte cara amica.
Tomaso
Tu sai caro Tomaso che il mio caratterino pepato mi fa sempre pensare che non bisogna mai rassegnarsi davanti a nulla. Certo che qui è un colabrodo tale che la fiducia si smorza ogni giorno di più, nel senso che ti senti un moscerino impotente.
EliminaE mi fa veramente rabbia essermi sbagliata; pensavo che nella difficoltà le persone si unissero sempre di più (tu che hai passato tempi durissimi ne sai qualcosa di come eravate meglio di noi nei momenti di grande difficoltà).
Comunque sia ... andiamo avanti. Ciao con un grande abbraccio :). Marilena
No, Lorenzo: “ non mi piace” è un eufemismo, a me fa schifo.
RispondiEliminaE’ tutto vero quel che scrivi, magari potessi contestarti qualcosa …. Ma nella mia ingenuità pensavo che ci saremmo ricordati, per esperienze dei nostri padri e dei nostri nonni, come risorgere. Ad es. quando il multietnico diventa sopruso come sta diventando (e di multiculturale qui non ci vedo niente), la gente dovrebbe ribellarsi e difendere appunto le proprie tradizioni e istituzioni anziché (non voglio essere irriverente … ma lo devo dire) bearsi con le giocose parole di un Papa che pubblicizza la misericordina (e di multietnico nei suoi palazzi non ha nulla) o di amenità varie dei nostri politici (che pure loro son tutto fuorché multietnici) che di aperto hanno solo le tasche dove far confluire a man-bassa i nostri denari.
La TV l’oscurerei, magari a giorni alterni (ai miei tempi accettammo anche l’austerity sopravvivendo, perché non farlo anche con la TV?), per obbligare la gente a riacquistare gradualmente l’uso della propria testa e delle proprie parole e non seguire un modello di conduttore o di trasmissione che segue.
Non è che non ho una visione chiara delle cose, è che vivo evidentemente ancorata ad utopie e credo che il genere umano sia migliore di quanto in realtà è. Sono guarita da questa malattia nella mia piccola sfera del privato dove mi sono liberata di zavorre parassite, magari se ci lavoro un po’ riuscirò anche a svegliarmi e a non credere più a certe favole. Sarà un atterraggio duro, ma ci sto arrivando. Dammi un bonus per la mia ingenuità.
Bambini, adulti, SUVisti... etc.
RispondiEliminaI problemi che hai elencati sono risultato dell'opulenza, non della crisi.
Una volta c'era una società austera per forza, con i suoi pro e contro.
Uno dei pro era l'etica pubblica, la deprecazione sugli atti che la violavano, la repressione diciamo se non capillare, abbastanza precisa, diffusa.
Il consimuismo sociale ha prima apparentemente ridotto la necessità di sinergie collettive, quindi ha annacquato i freni inibitori, ha ridotto o rimosso i meccanismi a sostegno dell'etica pubblica.
I reati individuali ci sono sempre stati. E' la dimensione pubblica, collettiva che è stata annientata nella società liquida.
Adesso siamo all'inizio di una zona di rapida transizione in peggio, ci sono i danni di questa sbornia consumista e anche della cultura ignobile del politicamente corretto, della irresponsabilità individuale, del perdonismo, del buonimo (questo è un lascito della sinistra che a sua volta è una espressione laica guidaico-cristiana).
E' un processo inevitabile di senescenza: quando la comunità, con la panza vuota e con i problemi che torneranno ad affliggerla si renderà conto che i furbi, vandanali, ladri, delinquenti, lestofanti, etc. sono dei parassiti che la danneggiano, forse tornerà a sviluppare un sistema immunitario contro di essi. Anche se... non è affatto scontato. Al sud ci sono ampie zone (area tra CA e NA, la Calabria) in cui la società è già semplificata ma questa è causa di peggioramento civico, pubblico, sociale, non di redenzione.
Sì, risultato di un'opulenza che però va scemando in tempo di crisi. Ed è in quel momento, quando vedi che la tua opulenza non è più tale, che dovresti recuperare i valori nonché cercare di equilibrare il tuo potere d'acquisto che ti rendi conto non essere più quello di una volta (es. recuperare non buttare). Era questo che immaginavo.
EliminaDalla sbornia consumista ti puoi riprendere, ma vedo che qui nessuno si riprende.
E pensavo pure che meno attenzioni allo scintillio delle vetrine e delle lucine degli aerei che ti portano a fare i viaggi esotici, "obbligassero" le famiglie a dirigere il proprio sguardo sul proprio nucleo familiare, a recuperare certi piaceri di stare insieme e di trascorrere del tempo, magari non più nel week-end al mare, ma semplicemente qui ai giardini pubblici o al fiume a 10Km da casa. E invece non vanno al mare ma vanno ai centri commerciali e quando rientrano ammazzano figli e mogli, così ... non si sa nemmeno perché. E se non li ammazzano continuano a non sapere cosa fanno i figli a scuola piuttosto che conoscere gli amici che frequentano.
Madri che neppure si accorgono che le figlie indossano capi diversi e costosi frutto di marchette fatte nel bagno di un liceo piuttosto che in qualche letto frequentato da "rispettabili" padri di famiglia che se ne impippano dell'età anagrafica della ragazzina..... ma come è possibile ?
Ma la vogliamo chiamare madre quella ?
Non riesco ad accettarlo. Non lo digerisco. Ma che razza di bestie stiamo diventando ?
Poi non mi si critichi e non insorga nessuno se dico che li manderei tutti alla sedia elettrica (unico sistema immunitario che conosco io, ma ovviamente sono aperta a qualsiasi altra soluzione che chi, più esperto di me che ho dei limiti, possa prospettare per estirpare il male).
Lorenzo: so che la risposta è per Uomo, ma mi aggancio.
EliminaHo spesso fatto la domanda "chi paga quei tanti $ per viaggi lunghissimi in terre proibitive (che già immagino uno che parte solo, con 3.000$ in tasca e nessuno lo rapina, viaggia tranquillo fino a destinazione (anche donne con bambini al collo), salvo poi che spesso si ammazzano e si violentano sul gommone (così, solo per amor di violenza) ".
Il buonista di turno, predicatore del bene, mi disse che pagano i familiari già residenti in Italia (che evidentemente devono essere parecchio benestanti). Ovvio che non regge, ma va bene così, se detto da chi si rammarica di aver donato solo 50 centesimi di elemosina perché non aveva altro in tasca e appartiene alla schiera dei buonisti.
Francamente mi piacerebbe che qualcuno mi desse un'altra risposta, quanto meno mi facesse comprendere che regia ci possa essere dietro ad un'invasione simile che ci sta affondando. Motivazioni della crisi a parte (conseguenza del consumismo o deciso a tavolino) devo scatenare la fantasia e l'unica cosa che mi viene è il crollo totale dell'Italia affinché venga fagocitata e finisca nelle mani, o controllata, da qualche altra potenza. Ma poi mi dico: e dopo ?.. che te ne fai di quella vagonata di gente che non ha né arte né parte (e adesso son talmente tanti che non regge nemmeno più il discorso che loro costano poco a raccoglier pomodori e che quindi vengono sfruttati penalizzando la troppa costosa manodopera italiana. Non abbiamo pomodori a sufficienza.).
E non si capisce perché dopo Mare Nostrum ci sarà Frontex e nessuno che decida di farli restare là investendo in campi di pomodori da coltivare a casa loro (e comunque se li mantenessimo al loro paese anche senza far nulla ci costerebbero molto meno).
Finisce che non vedo nemmeno disegni a tavolino. Togliamo i crocefissi a scuola, non facciamo l'albero di natale e il presepe altrimenti i fratelli musulmani si offendono ed io mi dico che semplicemente siamo degli imbecilli, senza amor di patria.
Falsa vero...
EliminaLa tradizione di alto civismo (ora assai diminuito) dell'Emilia Romagna, di ampie zone delle Alpi, etc. ebbe origine proprio nella necessità di collaborare per ... la sopravvivenza.
Altre società collassano e lo fanno brutalmente.
Secondo me, a intuito, dipende dalla consistenza, dal peso numerico delle comunità.
Se essa è eccessiva, l'etologia insegna che l'etica del gruppo diminuisce e sparisce.
Io ritengo che ci siano dinamiche di massa caotiche o dirette da interessi diffusi, per quanto perniciosi.
Penso all'Italia e alla seconda peggior catastrofe che l'abbia colpita (in termini di recupero forse è la prima peggior catastrofe): cementificazione e infrsrtrutturazione che hanno distrutto in pochi hanno 3.5M ha di superfice agraria utile, spesso la migliore.
Non c'è stato un comitato di architetti cementificatori.
Piuttosto c'è stata un'azione sinergica a tutti i livelli della piramide sociale.
Dai Ligresti fino all'idraulico, dal magnaccia proprietario terriero fino all'agente immobiliare.
Si stima che negli anni 2000 fino al manidfestarsi della crisi, nel 2009, la parte di popolazione economicamente attiva interessata dall'(anti)economia edilizia arrivo quasi al 30% /se ricordo bene il 27%).
L'effetto di questi processi distruttivi di massa è il peggiore possibile.
Insomma, non c'è nulla di uno stormo di locuste anche se... non c'è nessun creatore e untore, allevatore o speculatore singolo o piccolo gruppo di tali persone, che possa averne interesse.
La dimensione collettiva esiste, come la moda stupida del politicamente corretto e la mesopedia delle adozioni per le coppie omosessuali.
Insomma non c'è nulla PEGGIO di uno stormo di locuste ....
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