Non ce la
posso fare. Non mi va giù. Non la capisco. La trovo, in gran parte, una emerita
cavolata.
La
discussione continua da anni con mio figlio che sostiene che la mia posizione è
troppo drastica.
Io chiedo
”ma cosa c’è di artistico in un lenzuolo appeso al muro su cui è direzionata la
luce di un proiettore che gira a vuoto ?” (giuro: visto a Vienna e pensavo di
aver sbagliato stanza ed essere finita nello sgabuzzino del museo).
Lui sostiene
che l’idea l’ha avuta lui, l’artista, sostiene che io non riesco ad andare
oltre, a capire che si tratta di una forma di espressione. Ma per piacere !!
Non scherziamo. La discussione va avanti e lui si spazientisce pure. Certo lui
è qualificato per poter parlare di arte e mi inchino davanti alla sua laurea
110lode in Storia dell’arte, ma a me
viene di chiedermi se i posteri gireranno per musei, negli anni a venire, per
ammirare un lenzuolo con proiettore.
Poi un
giorno mi si è accesa una lampadina e mi è venuto in mente il nostro Albertone
nazionale e il film “Le vacanze intelligenti”. L’episodio è quello in cui Sordi
e sua moglie (Anna Longhi), ruspanti fruttivendoli romani popolani, visitano la
Biennale di Venezia. Bisogna vederlo per spanciarsi dalle risate.
Sordi, con
il suo grande ingegno, è riuscito a sbeffeggiare l’arte contemporanea e
magistralmente dà l’affondo quando nella parte finale dell’episodio (la moglie seduta sulla sedia viene scambiata
per un’opera d’arte) dimostra come buona parte di queste “opere”
sono solo cavolate pazzesche che neppure i “cosiddetti esperti e/o estimatori”
riescono a distinguere.
Mi si metta
in croce, mi si dia della totale incompetente, ma io sto dalla parte di
Albertone.
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