Era un donna
piccina, sottile tanto da essere appuntita nelle sue forme, così come era appuntita
anche la sua grafia. Badava moltissimo alla disciplina: dovevamo essere sempre
composte, sedute nel nostro banco, con la schiena diritta, non tollerava che
facessimo le pieghe ai quaderni (le cosiddette “orecchie”) e quindi ci imponeva di mettere le graffette
agli angoli dei quaderni. Dovevamo scrivere bene e ordinatamente, se non lo
facevamo ci obbligava a scrivere pagine su pagine in “bella calligrafia”. Visse
con estremo disagio l’avvento della biro perché lei era una sostenitrice del
calamaio che, a suo dire, ci obbligava a calibrare i gesti per non sporcarci e
ci costringeva quindi a movimenti misurati.
Eppure tutte
queste sue “manie” non ce l’hanno fatta detestare, anzi il contrario. Volevamo
bene alla nostra maestra ed io per diversi anni, fino alla superiori, di tanto
in tanto, andavo nella mia vecchia scuola solo per farle un saluto. Non era
sposata e all’epoca il fatto ti bollava come zitella, ma nessuno dei nostri
genitori si è mai permesso di etichettarla come tale, assolutamente no, lei era
la Signorina Dantini, con tutto il rispetto che uno può metterci nel
pronunciare la parola Signorina.
Ancora oggi
quando vedo qualcuno che scrive UN apostrofato davanti ad un sostantivo
maschile mi vengono in mente le sue parole: UN ASINO non si scrive con l’apostrofo
e mentre pronunciava queste parole enfatizzava, con fare minaccioso e
dispregiativo, la parola ASINO per ricordarci che se avessimo messo quell’apostrofo
eravamo tutte asine.
Cara
signorina Dantini, chissà cosa direbbe oggi che tutti scrivono KE, TVB, anke,
ecc. e chissà come soffrirebbe nel vedere che anche i giornalisti apostrofano
erroneamente !
Ho
recuperato dalla mia scatola dei ricordi ciò che mi scrisse la signorina
Dantini quando terminai le elementari: mi fa sorridere quel suo modo di
esprimersi “comune lavoro, svolto con lieto animo”.
Era un’espressione
fuori dal tempo ma lei, pur con tutte le sue manifestazioni fuori dal tempo, è riuscita
a vincerlo il tempo, visto che oggi a distanza di tantissimi anni sono qui a
scrivere di lei.
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