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mercoledì 10 aprile 2013

UBRIACATEVI


Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l'unico problema.
Per non sentire l'orribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi tiene a terra, dovete ubriacarvi senza tregua.
Ma di che cosa?
Di vino, poesia o di virtù : come vi pare. Ma ubriacatevi.
E se talvolta, sui gradini di un palazzo, sull’erba verde di un fosso, nella tetra solitudine della vostra stanza, vi risvegliate perché l’ebbrezza è diminuita o scomparsa, chiedete al vento, alle stelle, agli uccelli, all'orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che scorre, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, chiedete che ora è; e il vento, le onde, le stelle, gli uccelli, l'orologio, vi risponderanno: "E' ora di ubriacarsi!
Per non essere gli schiavi martirizzati del Tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre!
Di vino, di poesia o di virtù , come vi pare"
C. Baudelaire (tratto da “Lo Spleen di Parigi”, poemetto in prosa XXXIII)


Baudelaire è famoso per la sua vita dannata, instabile, sregolata e ha cercato consolazione nella droga e nell’alcol. Ma quello che ha scritto non è un incitamento all’alcol per trovare un rimedio a tutti i problemi. E’ un incitamento a inebriarsi di tutto, di tutto quello che serve per vincere il tempo, la quotidianità, la monotonia, l’essere o sentirsi invisibile nel pianeta, per prendere a piene mani tutto quello che ci gira attorno.
Beh, io sono astemia e quindi di certo non mi posso ubriacare di vino, ma proprio perché Baudelaire lascia ampia scelta “ubriacarsi (o meglio inebriarsi) di poesia, di virtù, di quello che più piace”, mi piace pensare che mi ubriaco di tutto ciò in cui mi inciampo nella vita e seguirò quello che Baudelaire scrive “chiedete che ora è” per non dimenticarmi che è ora di inebriarmi. 

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