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mercoledì 4 settembre 2013

LE GIORNATE STORTE

Tutti le abbiamo: sono quelle giornate in cui ti capitano gli imprevisti, i disguidi, i fraintendimenti, le scocciature burocratiche, quando l'auto si blocca e in casa ti accorgi che la lavatrice per solidarietà si blocca pure lei e mentre ti asciughi i capelli il phon ti sibila nelle orecchie "è estate e vado in ferie, asciugateli al sole".
E allora vai al sole lo guardi e gli dici spavaldamente: "va, che cali pure tu e 'sta giornata finisce".                Sì, tutti le abbiamo.
Certo che se però le giornate storte si susseguono senza tregua e ogni giorno ti devi misurare con un problema e la frase più ricorrente diventa: "ecco, mi mancava!", beh allora non sono più solo giornate storte, sono qualcosa di più, forse il soprannaturale, forse -per chi ci crede- una magia negativa. 
O forse ancora ti interroghi sulla tua vita precedente -se l'abbiamo avuta- e ti chiedi quanto devi espiare per le porcherie che hai commesso in quella caspita di vita precedente.
FOTO PRESA DAL WEB
FOTO PRESA DAL WEB

Se facessero delle Olimpiadi delle giornate storte, io mi iscriverei perché sono certa che avrei delle altissime probabilità di vittoria (e se anche non vinco, sicuramente mi assicuro un'ottima posizione).

Sono quei giorni in cui mi maledico per non aver fatto domanda di lavorare in Nevada nell'Area 51, che almeno lì avrei vissuto dentro ad una bolla al riparo dal mondo esterno, nell'assoluta segretezza, al riparo da tutto (.... almeno credo).

Sono quei giorni che mi chiedo: ma perché capita a me e non a quell'imbranato della pubblicità dell' Enantyum. Per intenderci: quel decerebrato che si fa dire almeno 6 volte il nome del medicinale perché, pur avendolo davanti al naso, non lo vede e dice anche "oggi non è giornata". Se gli capitano certe giornate come le mie, altroché Enantyum: caro il mio decerebrato, vedrai che ti spari in vena un frullato di Lexotan, Valium e Tavor e non ti serve nemmeno la fogliolina di menta decorativa con l'ombrellino.

illustrazione di TATYANA DORONINA

FOTO PRESA DAL WEB

Però, c'è un però. Quando mi capitano quei periodi di giornate storte, mi rifugio nella mia casa, una clausura agognata che mi serve per rigenerarmi.
Scatta così l'anima della perfetta casalinga stile anni '50: un misto tra la signora sulla confezione dei dadi Star e la Doris Day con il grembiulino sempre immacolato e stirato di fresco.

I fornelli vanno incessantemente, il congelatore si interroga sul perché improvvisamente si ritrova stipato di barattoli di sugo e di salse e tortellini e tortelloni e lasagne. 
Mi divido tra piumini, scope, spazzoloni, spugne e chi più ne ha più ne metta. 
Un vortice inarrestabile: scarico così tutta la rabbia accumulata.




In questo momento ho il congelatore pieno stipato e la casa tirata a specchio: vorrà pur significare qualcosa ! 

6 commenti:

  1. Oggi credo che riempirò anch'io il congelatore...sulle scope e spazzoloni non so...medito!

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    1. Intuisco che non sia per cimentarti nelle ricette dell'Artusi, quindi buona clausura. Tanto il sole calerà pure oggi e rinascerà domani e poi dopodomani e avanti così (solo quel microcefalo dell'Enantyum non se ne accorgerà). Ciao

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  2. Cara Marilena, queste sono le giornata, che non bisogna mai perdere la calme!!!
    Sono parole, ma non è facile controllarsi:)
    Ciao e buona giornata, con un sorriso.
    Tomaso

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    1. Sì hai ragione, anche io cerco di non perdere la calma, solo che se ne infili una dopo l'altra, o scoppi o ti metti a fare tortellini come faccio io (e mio figlio ringrazia).
      Ciao. Marilena

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  3. Dai, almeno la tua è una rabbia produttiva, io quando sono così non riesco a combinare niente! Ciao Brunella

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    1. Beh, c'è del positivo anche nel non fare niente: ci si riposa (bisogna solo dimenticare i sensi di colpa). Ciao. Marilena

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