Non lo dico
io, lo dicono “gli addetti ai lavori”: il nostro cervello è programmato con una tendenza
naturale alla negatività, è programmato per la sopravvivenza e per sopravvivere
vede ed aumenta la negatività (una sorta di difesa) e minimizza la positività.
L’esempio che si fa è quello di una passeggiata in un bosco pieno di
meravigliosi fiori, ma con terreno sconnesso e magari con l’insidia di una
vipera che potrebbe nascondersi tra gli alberi; il nostro cervello privilegerà la sopravvivenza e quindi anziché vedere
i fiori ha bisogno di pensare al terreno sconnesso e alla vipera. Gli studi dimostrano che per produrre più emozioni positive abbiamo bisogno di creare ambienti che ci permettano di staccare l'allarme del cervello emotivo.
Qualche anno
fa ad una mia amica purtroppo venne un ictus. Nella sua lunga strada per una
riabilitazione il medico le consigliò di stare alla larga da tutto quello che
poteva procurarle tristezza o rabbia. In cima a tutto le consigliò di accendere
la TV per guardare spettacoli leggeri, evitando accuratamente di sentir
parlare di omicidi, stupri, politici corrotti o litigiosi, furti, ecc., ma cercare di vivere in un mondo parallelo facendo o ascoltando cose che le
dessero solo tranquillità.
Io spesso lo faccio istintivamente da che sono nata (o forse l'ho ereditato da mio padre, siamo uguali in questo).
Quando
vengo “bombardata” su più fronti, quando non riesco a reggere l'ipocrisia, la cattiveria, l'egoismo, la doppiezza e le menzogne della gente, mi viene naturale staccare la spina con il
mondo e la spina più facile è quella della TV, e perché no, pure quella del telefono, un po’ come
deve fare la mia amica colpita da ictus.
Non è
menefreghismo. Io non ci riesco ad ascoltare con costanza di presenza, le nefandezze del mondo e a farmele scivolare addosso, mi restano appiccicate, mi
fanno sentire inutile e impotente, mi fanno andare in circolo l’adrenalina, mi fanno arrabbiare e mi
mandano in overdose. Io non ce l’ho un cervello così bene equipaggiato da poter
sopportare con titanica resistenza tutto e sempre. Ho bisogno di pause e me le
prendo.
E non mi
sento colpevole: ci sono persone che pensano che sia un “peccato” ignorare
quello che accade, che è segno di leggerezza o di indifferenza o, peggio ancora, significa lobotomizzare il cervello.
Ma una cosa è essere cosciente della
sofferenza (o schifezza) che esiste ed un’altra è aumentarla con altra sofferenza (o schifezza).
C'è chi accetta di restare nella ragnatela di persone che vivono sotto la bandiera (o dentro la melma, dipende dalla prospettiva) dell'inganno, dell'ambiguità e della menzogna in un teatrino senza fine.
Il mondo gira così, poi magari soffrono di ansia o di insonnia o non sorridono quasi mai o sono frustrati e vivono perennemente accompagnati da mostri e fantasmi e non si chiedono perché.
Eppure la ratio positiva/negativa dice che circa il 50% della felicità è determinato dalla genetica, un 10% dalle circostanze e il restante 40% dipende dal proprio comportamento quotidiano e dal proprio sguardo sul mondo.
Io cerco di gestire il mio 40% modificando, quando possibile, il mio ambiente e le circostanze: a me troppo spesso resta nella testa il dolore delle cattive notizie sentite o provo una nausea infinita quando realizzo che razza di persone esistono al mondo: veri letamai a 5 stelle.
E allora non aumento il
mio temporaneo malessere con altri malesseri, seguo il consiglio di allenare il mio cervello a ridisegnare una realtà più equilibrata, a rivitalizzarlo per ripartire e riuscire a sdrammatizzare il brutto che mi circonda.
Me ne sto dentro al mio acquario dove non arriva nulla, magari arriva solo la musica. E' il mio modo per riuscire a concentrarmi sui fiori e non sul terreno sconnesso o la vipera, è la ricerca della positività.
Me ne sto dentro al mio acquario dove non arriva nulla, magari arriva solo la musica. E' il mio modo per riuscire a concentrarmi sui fiori e non sul terreno sconnesso o la vipera, è la ricerca della positività.
Quanto dura
? Un giorno, alcuni giorni, … dipende.
Poi riemergo,
sono sempre riemersa. Sono stata un po' nel mio acquario e sto riemergendo più nuova di prima, con maggiore grinta per
ascoltare e anche combattere o farmi scivolare addosso le nefandezze del mondo.
Qualcuno mi dice: “ma chi ti
ammazza a te?” (boh ! che ne so, spero sempre che i vetri del mio acquario siano siliconati bene per continuare ad accogliermi).
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RispondiEliminaBravo: tra chi ? Vetro fumè satinato riflettente oscurante ?
EliminaCara Marilena, cerca di vedere le cose non sempre negative!!! Fa il possibile di essere ottomista!!! Altrimenti la vita sarà sempre più difficile da sopportare!
RispondiEliminaCredimi! Almeno provaci che forse vedrai le cose sutto un'altro aspetto...
Te lo auguro di cuore, solo così godrai le bellezze della vita.
Un abbraccio forte forte.
Tomaso
Cio Tomaso. E' proprio perché voglio essere ottimista che ogni tanto mi allontano da questo mondo spietato. Mi allontano e poi ritorno e allora sì che mi godo tutto e riesco di nuovo a sopportare tutte le cose brutte del mondo. Io sono nata con il sorriso nel mio DNA e voglio continuare a tenermelo. Un abbraccio forte anche a te. Ciao. Marilena
Eliminafiguriamoci allora se si è circondati da persone negative come nel posto di lavoro...quelle sono la morte e non puoi evitarle!! buona serata, ciao Andrea
RispondiEliminaBeh, puoi cambiare l'ordine delle cose. Installa un acquario e anziché entrarci tu in apnea, ficcaci dentro le loro teste avendo cura di usare le tue mani per tenerle ben premute dentro. Si chiamerebbe omicidio, ma forse se spieghi che stavi gestendo il tuo 40% del comportamento quotidiano in nome della positività,
Eliminamagari non ti condannano :). A parte gli scherzi sappi che anche io ho dato ... ma il punto era che ad un certo punto si usciva dal lavoro ed é da lì che si
può iniziare a ritagliare qualcosa per non sovraccaricare quello che già si è accumulato. Ciao. Buona serata anche a te. Marilena
PS mi togli una curiosità (che son peggio di una scimmia)? Ma sei tu che bazzichi su TripAdvisor e mi hai per così dire individuata ?