Ma se per un "finto vivo" si sono scritti e si continuano a scrivere fiumi di parole, per contro si fa lo stesso con "finti morti".
Elvis Presley morì nel 1977 e ancor oggi si sprecano le ipotesi che la sua morte fosse una messinscena e che il cantante sia vivo, che si nasconda sotto le sembianze di Jon Cotner il quale si fa chiamare Mistery Man 1835, e in quel soprannome fanno pure la cabala riconducendo quel numero alla data di nascita di Elvis (1.8.35).
Moana Pozzi morì nel 1994 e ancora ricamano storie sulla sua finta morte, fanno talk show con accesi dibattiti, titolano giornali esaltando il ritrovamento di foto inedite.
E poi c'è lui, Michael Jackson: dichiarato deceduto nel 2009, è di nuovo alla cronaca con ipotesi che sia ancora in vita, che abiti a Las Vegas e che addirittura sia stato ospite del Larry King Show sotto le mentite spoglie di David Rothenberg (il ragazzino di cui si prese cura dopo che il padre gli aveva procurato ustioni tentando di bruciarlo vivo). Stesse movenze, stessa voce, e su tutto la prova "certa" della distanza tra gli occhi (caratteristica somatica che non può cambiare nemmeno invecchiando) che corrisponde a quella di Michael e non di David.
Leggende metropolitane o verità? Uno zibaldone di "vivi o morti". Non è, per caso, che si tratta di un bieco accanimento mediatico finalizzato a vendere libri, aumentare la tiratura dei giornali e l'audience in TV o altro che non so?
Rifuggo nel mio quotidiano il doppio-gioco e tutto ciò che ha il sapore di falsità e intrigo, a maggior ragione mi nausea dover assistere allo spettacolino di "finti morti" e "finti vivi", di sparizioni e riapparizioni, organizzato da chi ci spende parole e ci lucra, rotolandosi nel fango dell'imbroglio.
A me non interessa se sono vivi o morti ... fatti loro, ma se una volta riuscivo anche a trovare un lato "divertente", ora mi disturba questo perseverare di storie ricamate, quelle che vanno addirittura a scomodare alieni e complotti (veri o presunti che siano).
Se al mondo attorno a me piace rotolare nel fango, prego accomodatevi pure ... "io facciamo che mi ci cavo".
Questo post l'avevo scritto qualche giorno fa e avevo in mente di discernere il fango mediatico dalle figure dei "morti" -o presunti tali- e volevo chiudere con una dolce canzone di Michael Jackson per rendere omaggio alla sua memoria. Nella mia ostinata positività mi piaceva pensare che una cosa sono le persone oggetto del post ed un'altra cosa sono gli imbrogli. Ma poi, tirate le somme, considerata la nefandezza che circonda l'argomento, preso atto che viviamo in un mondo di deliranti "sbarellati", ho virato.
Perché mai usare la mia mano (la tastiera) per fare una dolce carezza ?
Sarebbe sprecata ... meglio adeguarsi ai vivi dei tempi moderni, tempi nei quali è meglio saper mangiare e poi sputare, come canta Elvis Presley nell'inossidabile "My way". E su questo sozzo mondo io ci sputo. Amen !
I selvaggi si divorano l'un l'altro, gli uomini civili si
imbrogliano l'un l'altro, e questo si chiama l'andamento del mondo. Arthur Schopenhauer, Parerga e Paralipomena, 1851
Cara Marilena, per non pensare troppo! rieccomi per fare il giro a tutti gli amici blogger.
RispondiEliminaCiao e buona serata cara amica.
Tomaso
Tomaso, mi dispiace che sei rientrato proprio mentre toccavo questo argomento. Spero tu possa sentire il calore del mio abbraccio. Immagino il tuo dolore, ma cerca veramente di distrarti e spero che tutti noi con le nostre sciocchezze scritte qua e là riusciamo a farti non pensare almeno per un po'.
EliminaCiao. Buona serata anche a te. Marilena