Translate

venerdì 7 febbraio 2014

QUANDO FACEVO L'UOMO

Li incontri dove la gente viaggia e va a telefonare, con il dopobarba che sa di pioggia e la 24 ore, perduti nel Corriere della sera, nel va e vieni di una cameriera, ma perché ogni giorno viene sera ? Sono le parole con cui comincia una canzone dei Pooh e tutte le volte che la sento, chissà perché, ritorno a quel passato in cui ho dovuto viaggiare parecchio per lavoro. 
Anche io dovevo "fare l'uomo" (a parte il dopobarba !), anche io respiravo la frenesia delle stazioni o degli aeroporti. E per una donna che viaggia sola con la 24ore è molto più difficile (io non mi consolavo con il maccherone in tasca della Barilla!). Ancora ricordo le strategie che dovevo adottare per non farmi sorprendere sola agli occhi dei malintenzionati che circolano nelle stazioni di notte: perlustravo velocemente i presenti, individuavo l'uomo giusto, e poi lo dovevo "abbordare" spiegandogli che non ero animata da certe intenzioni e che chiedevo solo di sedermi accanto a lui.
Non era facile, dovevo essere sfrontata e contemporaneamente ferma per non dar vita a fraintendimenti, dovevo avere sempre un giornale dentro al quale ficcare la testa, una volta seduta. 
C'era chi pensava che io fossi fortunata perché vedevo molte città; in realtà ho visto tante stazioni, tante camere d'albergo, tanti capannoni. Muoversi come facevo io non equivale a viaggiare e conoscere il mondo. Ti arricchisce nel conoscere la gente, nel velocizzare la tua capacità di cogliere da espressioni e gesti l'umore delle persone, ti insegna che devi fare l'uomo quando sei circondata praticamente da tutti uomini, ti insegna tanto, ma ti ruba un bel pezzo di vita normale.  
Non era facile stare appesa al telefono quando la tua famiglia era lontana, mentre stavo indossando il mio abito tutto fronzoli per la cena di gala che chiudeva una giornata trascorsa dentro ad uffici dove avevo già lasciato le proverbiali 7 camicie.... da uomo naturalmente.
Ti chiedevi cosa ci facevi lì, ti auguravi che l'orologio corresse in fretta e finisse quella tortura, ti facevi divorare dai sensi di colpa per non essere a casa. Forse ci sono donne che non l'hanno vissuta come me e che sono riuscite ad equilibrare meglio quel girovagare con la lontananza da casa. Io so che gli ultimi viaggi furono particolarmente pesanti e mi riducevo a buttare qualcosa in valigia un'ora prima della partenza, vista la poca voglia di partire. E viaggiavo anche di notte pur di rientrare prima a casa, respirando quegli odori stantii di rotaie e di vagoni. 
Ero sempre in mezzo alla gente, non c'era mai silenzio, ma io mi sentivo molto sola, proprio come quegli uomini nella canzone dei Pooh.

8 commenti:

  1. Un piccolo scherzo per cominciare la giornata sorridendo:
    siamo donne con "gli attributi", cara Marilena!
    Anch’io, per qualche anno, ho lavorato in un ambiente maschile; ricambi auto: avevo ogni giorno a che fare con meccanici e rettificatori. In teoria facevo l’impiegata, in realtà ero un’equilibrista. Ma la sera avevo la possibilità di “lasciare tutto lì”.
    un abbraccio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Allora ne sai qualcosa ! Io ho messo apposta quella foto; ne ho altre con i miei abitini tutti fronzoli, dentro sale magnifiche, ma la realtà è brutalmente rappresentata in quella foto: SOLO 2 DONNE e una marea di uomini. E ti tocca mostrare gli attributi per sopravvivere. Ed io per anni me li sono sciroppati giorno e sera, non per carrierismo ma brutalmente per quattrini (non per comprare il TV 40"). Mi pagavano bene, lavoravo anche il sabato e la domenica, viaggiavo di notte, non so nemmeno come ho fatto a restare in piedi, Ma ce l'ho fatta; ho l'orgoglio di questo, ma ho pagato un prezzo altissimo. Non posso pentirmi perché era l'unica strada. Forse mi ha anche fotificato, non lo so.
      Buonissima giornata Marzia. Un abbraccio anche a te. Ciao. Marilena

      Elimina
  2. Cara Marilena, qui da te si incomincia sempre bene la giornata!!! il tuo umorismo non ha limiti, bravissima cara mico.
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Me la cavo anche senza il dopobarba ... cerco di sdrammatizzare. Ciao Tomaso. Un abbraccio per una buona giornata. Marilena

      Elimina
  3. Splendido post anche se con un sottofondo di amarezza...una donna in gamba altro che uomo!
    Conto moltissimo sulla torta, mi raccomando (messaggio in codice!)
    Un abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho imparato tanto da quel viaggiare continuo, ma non era propriamente quello che avevo previsto per la mia vita e appunto è stata una scuola molto
      dura. Inizio già ad allenarmi con le torte a costo di iscrivermi ad un corso di cake design !! E mi faccio pure l'acconciatura alla "Nonna Papera", tanto
      nei prossimi giorni dovrò comunque mettere a dura prova la parrucchiera che dovrà riuscire a ricavare uno chignon dai miei corti capelli (se riesco
      partecipo ad un ballo pizzoso ... non ho ancora deciso perché sono ancora un impiastro .. ma se trovo il coraggio mi lancio pure lì). Sto pure rifacendo
      il passaporto (giuro !! ho pagato il bollettino stamattina). Sei in una botte di ferro, tranquilla. Un grande abbraccio anche a te. Ciao :). Marilena

      Elimina
  4. Oggi si è quasi capovolta la storia, le donne che lavorano e fanno carriera (parlo per quelle che conosco) sono abbastanza stronze ma forse lo fanno per superare quel gap che pensano ancora di portarsi dietro in partenza. Si spalleggiano e menano fendenti. Sicuramente lavoravi in altre (pessime) condizioni, e ne sei uscita alla grande... non ti seguirei altrimenti... ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho lavorato in condizioni in cui gli uomini al primo impatto erano scettici e spesso, peggio ancora, ti guardavano come l'oggetto della conquista.. Ho dovuto lottare per dimostrare che non ero la bambola oggetto, ma che avevo anche un cervello. Al di là della fatica, posso ben dire che ho stabilito degli ottimi rapporti; a distanza di anni, ho incontrato di nuovo alcuni di loro ed è stato bellissimo sentirmi dire "Ci manchi" o sentirmi fare di nuovo proposte lavorative dai precedenti titolari.
      Negli ultimi anni ho conosciuto donne in carriera, parecchio stronze come dici tu, ma mi hanno dato poco fastidio, forse perché a me non è mai fregato nulla della carriera e arrivavo perché c'era sempre un titolare che si accorgeva di me. E, lo dico a voce alta e con orgoglio, questo sì: non sono mai passata dal letto di nessuno per arrivare né ho mai fatto sgambetti alle altre.
      Pensa che quando affrontai l'ultimo impiego, accettai la riduzione di stipendio, di livello e di posizione pur di entrare in quell'azienda; dopo un anno ero già responsabile dell'ufficio (fui chiamata dalla Direzione; orgogliosa come sono, io non ho mai chiesto nulla).
      Nel bilancio quindi ho lavorato con uomini che mi hanno fatto faticare e mi sono misurata con donne che non mi hanno mai spalleggiato. Lavorativamente parlando non ho nulla da rimproverarmi, ma a volte mi chiedo che ne è di quella ragazza che sognava una casa con giardinetto, 2 bambini, un cane e un gatto.
      Mi rifarò con la prossima vita ... (a meno che non mi tocchi la ruota della fortuna di Fantozzi !! ). Ciao Lampur. Buona serata :). Marilena
      PS: grazie per i complimenti, ma sai che il mio faro sei tu ... sono io che seguo. Sei forte e imparo divertendomi !

      Elimina