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martedì 25 marzo 2014

QUELLE PAGINE STRAPPATE

Tutti abbiamo le nostre pagine strappate.
Dobbiamo continuare la nostra strada, ma ogni tanto il pensiero corre là in quelle pagine che non sono mai state scritte perché sono state strappate.

Lei si chiamava Cristina ed aveva qualche anno più di me. In un momento particolare della mia vita, di quelli dove la marea ti sta sommergendo, me la trovai a fianco.
Era ingorda di vivere, di spassarsela a tutti i costi e me la trovai appiccicata addosso come un francobollo. 
Appiccicata a me che ero arrabbiata con il mondo. Mi forzava a seguirla nelle sue uscite, lo facevo malvolentieri, perché mi sarebbe piaciuto di più star lì ad inveire contro tutto autocommiserandomi, ma lei non me lo permetteva.

Mi trascinava nelle sue zingarate, quelle alla "Amici miei" ed inevitabilmente mi lasciavo prendere la mano.
Non mi chiamava mai per nome, mi chiamava "brava ragazza", lo diceva con un misto di dolcezza ed ironia, perché da un lato apprezzava il fatto che io cercassi di tenere in ordine la mia vita e dall'altro tentava di insegnarmi che qualche follia bisogna sapersela concedere.
E lei di follie se ne intendeva parecchio; lei aveva tutta la sua vita improntata sul vivere al di fuori della normalità, sulla futilità, sulla leggerezza del niente, sull'oggi è oggi e non mi importa del domani.
Inutile giudicarla, Cristina era così: prendere o lasciare.
Venne quella maledetta domenica. Cristina mi telefonò "Ciao brava ragazza, ci vieni in piscina con me, oggi proprio in casa non ci voglio stare" e le risposi che no, non ne avevo voglia e non cedetti alle sue insistenze. Ne parlo ogni tanto con un'amica, quella che ricevette la stessa telefonata e che come me rifiutò.
Cristina andò con un amico, ma non arrivò mai a quella piscina perché si schiantarono nel rettilineo.
Ogni tanto penso a lei, ogni tanto mi chiedo cosa mi direbbe lei di quel tale fatto o di quell'altro, ogni tanto penso a come lei mi esorterebbe a ignorare questo o quello. Quando la penso non lo faccio mai con tristezza, anzi. 
Quante volte io e l'altra amica ci siamo chieste come sarebbero andate le cose se non avessimo rifiutato. 
Se avessi detto sì e fossi stata io alla guida dell'auto forse Cristina sarebbe ancora qui e forse, nonostante i tanti, tantissimi anni passati, nonostante io non sia più una ragazza, mi telefonerebbe e mi direbbe ancora "ciao, brava ragazza ...".
Ciao Cristina ...

6 commenti:

  1. Gli sliding doors della vita sono una costante per ognuno di noi, lo accennavo, ma guarda caso, e proprio stamattina, in un post bellissimo di un altro blogger, That Fainting thing (buttaci un'occhiata.. scrive da favola..). Le cose ci accadono e si succedono e noi siamo in mezzo reagendo meglio o peggio o spesso subendo. Ma la vita è il risultato delle nostre azioni e reazioni. Saremmo diversi? Saremmo altri? Gli avvenimenti ci forgiano? Il caso ci guida? Siamo noi a scatenare le conseguenze? In gran parte propendo per quest'ultima ipotesi. Ci costruiamo addosso gran parte delle "casualità" che andiamo maledicendo o glorificando...

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    1. Lo sai che mi interrogo sempre sul "come sarebbe andata se ..." e naturalmente non avrò mai la risposta o forse l'avrò quando passerò di là. Non so nemmeno dirti se il caso ci guida; in merito a quanto ho scritto poteva essere che quel rettilineo voleva 2 vittime quel giorno ed io con il mio rifiuto ho salvato la pelle o poteva essere come ho scritto interrogandomi se fossi stata alla guida io forse Cristina sarebbe ancora qui (è una questione di incontri di karma positivo e karma negativo ?? Esiste davvero ?),
      So che ogni tanto mi manca, so che la penso perché le ho voluto veramente bene e se è vero che da lassù mi vede, lei sa tutto questo e sa tutto quello che successe dopo la sua morte, quindi sa della purezza del mio sentimento. E mi intenerisco quando penso a certi episodi e rivedo le sue espressioni e risento la sua voce un po' roca.
      Ho letto il blog che mi hai segnalato, grazie, sì effettivamente merita di essere letto e quindi sbircerò spesso. Lo sai che seguo sempre i tuoi consigli. Ciao Lampur :). Buona serata

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  2. Pur se sono convinta che con i 'se' ed i 'ma' non si fanno le storie, in questo caso capisco appieno le Tue perplessità, carissima Marilena.
    Ripensando a Lei, mia cara, sorridi perché Lei Ti ha aiutato in un periodo difficile e Ti aiuterebbe ancora se fosse in Vita.
    Per quanto attiene al Tuo rifiuto di accompagnarLa in quel fatidico giorno, sono certa che il destino fosse in agguato e quindi...

    Un abbraccio, ciaoooooo
    Angela

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    1. Grazie per le tue parole Angela. Io la penso spesso anche se sono passati tanti anni e a volte mi ritrovo a "ricostruire" certi momenti che abbiamo trascorso insieme. Le volevo veramente bene anche se eravamo diverse in tutto, agli opposti. Lei lo sapeva che le volevo bene e sapeva che le perdonavo anche tante sciocchezze che faceva. Rimane per me un dolcissimo ricordo anche perché è coinciso con altre cose belle che mi sono capitate proprio mentre stavamo insieme: è impossibile per me dimenticarla.
      Forse è così, forse era il destino in agguato, ma lo saprò solo quando la raggiungerò e sono certa che si farà una risata vedendomi arrivare, magari mi
      avrà già preparato una delle sue zingarate lassù tra gli angeli e mi obbligherà a stuzzicarli. Poveretti, perderanno anche qualche piuma per colpa nostra!!
      Ciao, una abbraccio anche a te. Buona serata. Marilena

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  3. Che contorta e buia è la nostra vita, piena di svolte e di sorprese, anche amare, ad ogni angolo. Ma hai notato come la morte preferisca prendersi presto proprio quelli pieni di vita?? Un abbraccio.

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    1. Sì c'è del vero. Cristina non pensava mai alla morte era l'ultimo dei suoi pensieri, ma viveva sempre come quello fosse l'ultimo giorno ed era quello che tentava di trasmettere a me: un po' di leggerezza, il cercare di non pensare troppo al domani ma vivere in pieno il giorno. Ecco perché mi fa bene ogni tanto pensare a lei, perché io troppo spesso pianifico (preoccupandomi) come se avessi ancora 80 anni da vivere davanti a me. Ed invece devo ricordarmi che non è così, che appunto la vita riserva svolte e sorprese ad ogni angolo. Ancora sento il trillo del telefono e la voce di sua figlia Marcella che mi diceva che la mamma non c'era più ed io che mi rifiutavo di crederle. Mi rimane solo il piacere del destino che mise Cristina sulla mia strada e la certezza che ci siamo volute bene e abbiamo dato tanto l'una all'altra. Non sarà molto, ma è comunque amore.
      Ciao, un abbraccio anche a te :). Buona giornata. Marilena

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