Translate

lunedì 30 giugno 2014

QUELLA VECCHIA CASA

Qualche mese fa mentre andavo in auto sono passata nei pressi della vecchia casa di ringhiera dove abitavo quando ero piccola. L'istinto è stato più forte di ogni ragionamento, ho sterzato il volante e sono andata sulla strada laterale da dove si vede il retro del palazzo e ho scattato la foto qui accanto.

E' cambiata la mia vecchia casa di ringhiera, ovvio che è cambiata, ma il nodo alla gola è salito puntuale e i miei occhi non vedevano quello che c'è nella foto, non vedevano quei condizionatori appesi, quella tinteggiatura curata, quell'ordine rigoroso quasi che il palazzo fosse disabitato ... i miei occhi rivedevano quei tempi quando quei terrazzi erano animati da movimento, da porte spalancate, da voci e risate che si rincorrevano sui vari piani.
Così era allora, quando eravamo tutti una grande enorme famiglia, quando tutti sapevamo cosa succedeva in casa dell'altro, quando si rideva preparando un tavolo con assi e cavalletti 
attorno al quale ci saremmo seduti tutti, ognuno portando le sedie da casa propria. Dove si festeggiava mangiando tutti insieme l'abbondante pesca fatta da Lino o la cacciagione di papà, o la polentata che organizzava Maria che versava su un tagliere quella polenta che avrebbe poi tagliato con il filo, quello bianco grosso, mentre mamma ci metteva il ragù e le salsicce e c'era sempre qualcuno che diceva "prendine ancora che ne ho un altro tegame sul fuoco, dai che dobbiamo finirle".
E poi battesimi, compleanni, cresime, anniversari, pigiatura dell'uva, fine della scuola, inizio della scuola .... era sempre un giorno speciale.
Quelle porte sempre aperte perché non c'erano ladri, quelle porte che restavano aperte quando qualche bambino era febbricitante nel letto ed i genitori andavano comunque tranquilli a lavorare perché sapevano che i vicini si sarebbero presi cura del loro piccolo alternandosi.
Quei terrazzi dove le vite di ognuno erano le vite del vicino, senza legami di sangue, ma con il solo legame dell'affetto spontaneo, della solidarietà.
Tutto condiviso, i momenti tristi e i momenti allegri, i giorni, le settimane, gli anni.

Sono stata un po' lì a guardare quei piani e nulla si è mosso, nessuno che stendesse i panni, nessuno che passasse nemmeno per caso, nessuna mamma che chiamava il proprio bambino dal terrazzo ordinandogli di lasciare il cortile e rientrare. I miei occhi che cercavano il pelo bianco e nero del mio setter che agitava la coda festoso mentre andava a salutare di piano in piano le varie famiglie e ad ogni piano riceveva coccole e abbracci.

Ho aspettato, ho aspettato sperando, ma ci sono solo finestre blindate da inferriate, il silenzio ... ognuno barricato in casa propria. 

Ognuno è fatalmente legato al passato dalla memoria delle cose, delle piccole cose che sono come molecole di noi stessi.  Carlo Maria Franzero, Il fanciullo meraviglioso,1920

14 commenti:

  1. Bellissimi ricordi, come siamo cambiati, oggi a malapena col vicino si dice buongiorno o buona sera. Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, bellissimi ricordi carichi di malinconia proprio per il fatto che non solo ti suscitano quel velo di nostalgia di tempi belli, ma anche l'amarezza di non poter oggi contare su quelle piccole cose che facevano parte della quotidiana solidarietà. Ciao Rosita :).

      Elimina
  2. Cara Marilena, quante cose sono cambiate, e bisogna accettare il cambiamento.
    Tu devi solo chiudere gli occhi e vedrai come era una volta quella casa dove hai passato tanti anni.
    Ciao e buona settimana cara amica, sempre sorridendo.
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo faccio spesso Tomaso di chiudere gli occhi e rivedere i volti di quelle persone. E mi strappa sempre un sorriso poter avere quei bei ricordi.
      Buona settimana anche a te :) con il mio abbraccio. Ciao. Marilena

      Elimina
  3. ...mi appresto a cambiare casa...
    è stata i miei inizi con mio marito, e, sebbene non la sopporti più per le sue troppo ridotte dimensioni, mi branca il ricordo che lei sprigiona già adesso da...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E molto probabilmente un giorno ti dimenticherai delle ridotte dimensioni e te la ricorderai per tutte le cose belle che hai vissuto mentre abitavi lì.
      Anche noi lasciammo quella casa per una più spaziosa e moderna, ma i ricordi che ho della vecchia casa rimangono intatti e molto più vivi di quelli che ho della nuova casa. Quasi come se i ricordi della nuova casa fossero "ricordi qualunque", quelli che avrei potuto vivere in qualsiasi nuova casa. Mentre la vecchia casa era tutta particolare, un mondo diverso. Chissà !

      Elimina
  4. purtroppo i tempi sono cambiati, e il rapporto tra il vicinato è diventato inesistente. anni fa si poteva lasciare il cancello tranquillamente aperto, adesso devi avere due porte blindate. lo stesso mi è successo con la mia vecchia scuola delle elementari, l'ho rivista mesi fa facendo un giro in bici, una scuola dove si correva e si giocava in giardino ora è diventata una casa per profughi ....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo è amaramente vero. Anche il piccolo condominio dove vivo io sta mutando. Eravamo ancora una piccola isola felice (anche se pure noi abbiamo i cancelli e le porte blindate), ma piano piano le persone vengono a mancare, le case passano ai figli che già hanno le loro e quindi affittano, perché di vendere in questi tempi non se ne parla. E così ci ritroviamo sempre con sconosciuti che magari restano un paio d'anni e poi ne arrivano altri e altri ancora. E così non si consolidano mai i rapporti che rimangono al buongiorno quando ci incrociamo e richiudiamo la porta.
      Sempre tutti animati dalla diffidenza e dall'indifferenza. Molto amaro. Ciao Andrea :).

      Elimina
  5. bellissimo ricordo di tempi passati e che (ahinoi) non sono e non saranno mai più gli stessi. Con l'ingigantirsi delle città, il mischiarsi di etnie, la crescita della criminalità... il bel clima che hai vissuto e respirato è diventato purtroppo un'utopia per noi e per le generazioni a venire.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E pensare che basterebbe così poco per tendere la mano al proprio vicino, per salutarsi con un sorriso, per fermarsi una volta e chiedere "come va ?" e parlare anche di niente.... Basterebbe poco.

      Elimina
  6. I tempi cambiano ma chissà quanti ancora passano sotto le loro vecchie case, dove hanno abitato gioito sofferto, e gettano un'occhiata a quei balconi immaginando chi calpesti ora quei pavimenti, chi apra quelle porte, chi avverta, ancora oggi, ombre di quel passato... chissà quanti? ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Forse siamo in pochi a farlo, ma quelli che non lo fanno si perdono qualcosa. Guardare quella casa e sbrigliare l'immaginazione, riuscire a sovrapporre l'immagine di oggi alle immagini del passato è qualcosa che ti fa salire un bellissimo calore dentro.
      Mi è sempre piaciuto sognare ad occhi aperti, sia per sfogliare le pagine del passato, sia per immaginare le pagine del futuro. Credo che aiuti a vivere il presente. Ciao Lampur :). Buona giornata. Marilena

      Elimina
  7. Quanto ti capisco! Posso solo immaginare le tue sensazioni, i tuoi ricordi al cospetto di quella che fu la casa della tua fanciullezza. Al suo passaggio il tempo corrode la vita e lascia i suoi segni sulle cose e sugli uomini, sulla facciata di una casa così come sul volto di una persona.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' stato come essere dentro ad un frullatore: da un lato rivedevo le immagini del passato, dall'altro vedevo il presente con il suo "niente" addosso. Emozionata nel rivivere le immagini del passato, speranzosa che ce ne fosse ancora qualche traccia nel presente, delusa nel constatare che anche una vecchia casa di ringhiera è uguale al supercondominio dove tutti vivono asserragliati.
      Ciao :). Marilena

      Elimina