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venerdì 13 dicembre 2013

IL MIO ANGELO

Non è facile parlare di questo argomento.  Senza entrare nel campo della fede religiosa, ognuno di noi ha un proprio percorso di vita con esperienze, sensazioni, intuizioni diverse; a seconda di come le viviamo siamo portati a chiamarle coincidenze, casi fortuiti o siamo portati a credere che qualcuno, un angelo, si stia occupando di noi.
Nella mia famiglia nessuno ha mai creduto agli angeli, nessuno tranne me. Dopo tanti scuotimenti di testa, ironie e battute, ho imparato a non raccontare e non lo farò neppure ora, perché un angelo non lo si vede e non lo si può spiegare.
Negli anni cambiò qualcosa quando mia madre entrò in coma; dopo mesi tra la vita e la morte, uscì da quell’esperienza con lo stesso racconto di tanti: un lungo tunnel con una grande luce bianca rassicurante, la mia voce insistente che la supplicava di restare e dall’altra parte qualcuno che la invitava a non girarsi indietro.   Da quel momento quando mi capitava qualcosa di particolare era lei che diceva “è il tuo angelo che ti ha dato una mano”.           
  
 C’è un film di cui sono   letteralmente innamorata:      “La vita è meravigliosa”, è un vecchio film del 1946    di Frank Capra e in quel film c’è l’angelo Clarence,      definito un angelo di “seconda classe”. Ecco, io 
  quando penso al mio angelo, me lo immagino come     Clarence, perché quello che so per certo è che il mio
  angelo è un po’ distratto, a volte pasticcione e         talvolta pigro. Qualche volta fa un passaggio solo
  per ricordarmi che c'è, qualche volta mi tira fuori dai   guai, ma solo quando sono oramai sull’orlo del  
  burrone. Solo allora arriva e mi sento acchiappare …   un minuto prima che io scivoli in quel burrone. 
  E' un angelo di seconda classe (o forse ancora 
  meno...), ma arriva e questo è quanto importa.