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venerdì 11 luglio 2014

LE VACANZE DEGLI ITALIANI

Leggevo qualche settimana fa sul quotidiano locale, un articolo sulle imminenti vacanze degli italiani. Il giornalista sottolineava le variate abitudini - soggiorni più brevi, attenzione al centesimo, ristoranti e svaghi al contagocce - di un popolo che sta affrontando il turbolento vento della crisi.
Ma evidenziava pure come lui non se la sentiva di dare torto a chi, chiusi i problemi fuori dalla valigia, si godrà qualche giorno di vacanza lontano dai messaggi negativi di ristrettezze e sacrifici necessari per uscire dall'abisso.
Sosteneva che il suo non era un elogio al "tira a campare", ma una semplice considerazione: i problemi si affrontano meglio con la mente riposata e con il sorriso e quindi via, cari italiani, partite per le vacanze e fate ciò che vi fa piacere "per cominciare con nuova forza il domani".

Beh, posso dire che non sono per nulla d'accordo ?
Foto presa dal web
Mentre leggevo mi sono tornate alla mente le generazioni passate; restando nella mia famiglia ho pensato alle mie nonne che hanno visto il mare per la prima volta oltre il loro cinquantesimo anno di età.
Mi è venuto in mente mio nonno paterno che per venire a Bologna a lavorare pedalava, in tutte le condizioni metereologiche, per 35 Km su una bicicletta dove caricava una delle sue figlie e quando arrivavano le ferie il fare vacanza significava starsene beatamente a casa senza dover pedalare ogni giorno.
E ho pensato alla generazione successiva, quella dei miei genitori, dei miei zii, per i quali le ferie erano organizzare il picnic per il giorno di ferragosto: mai fatta una settimana di mare !!
Ma poi ho pensato pure a me, quando per ragioni di salute di mia madre ho rinunciato ai viaggi e me ne sono stata nella cocente Bologna, ben felice di poterle stare accanto e farle compagnia.

Perdinci, siamo tutti sopravvissuti senza per forza andare al mare o ai monti e la forza per affrontare il domani ce la siamo trovata qui in città (che per inciso negli ultimi anni offre tanti programmi di svago), nelle colline bolognesi, nei fiumi del circondario, nella campagna dei dintorni, nelle piscine.

Ho letto i dati previsti per questi vacanzieri che pur avendo problemi finanziari non rinunciano alle vacanze, a costo di richiedere un mutuo (una notizia Ansa riportava che sono sempre di più gli italiani che lo richiedono. La cifra media è di 4.100€ da restituire in 3 anni e mezzo. A conti fatti: 118€ al mese che fanno 4.956€. Mica giuggiole !!).
Ho ripensato all'ultima azienda per la quale ho lavorato, dove vedevo arrivare le documentazioni per le trattenute in busta da parte delle Banche per questi mutui e ho pensato a quando poi l'azienda è fallita e quella gente si ritrovava ancora il debito di una vacanza da pagare con l'esigua cifra che erogava la CIG.

No, non sono per niente d'accordo. La forza per affrontare il domani non la si trova in una settimana di mare pagata a caro prezzo, sacrificando gli ultimi risparmi o ipotecando le buste-paghe future.
Sarò pur anche vittima della Favola della cicala e della formica di Esopo, ma trovo che sia scellerato incitare gli italiani a partire "per avere la mente riposata e il sorriso", sarebbe meglio educarli a comprendere che sono ingredienti che si trovano anche a casa propria.
In uno dei miei primi post pubblicai un epitaffio tratto dall'Antologia di Spoon River (Lucinda Matlock) che conclude con un grande insegnamento "CI VUOLE VITA PER AMARE LA VITA". Non servono le vacanze pagate a caro prezzo, non servono giornalisti che lavano le coscienze, loro non ci saranno a consolare chi al ritorno dovrà fare i conti che non torneranno, altroché sorriso !! 
Un vecchio modo di dire recita che il passo si fa secondo la gamba e se la gamba è corta, meglio camminare in città. L'abbiamo fatto in molti e siamo ancora qui a raccontarlo. Si sopravvive e si sorride.