Tempo fa ero
in giro per il centro di Bologna, con la mia macchina fotografica e la mia
guida, impegnata a scoprire la mia città.
Ad un certo punto mi sono fermata leggendo la guida che mi illustrava alcuni palazzi in Strada Maggiore e quindi
leggevo e sollevavo lo sguardo alla ricerca dei particolari.
Mi si è avvicinato
un signore anziano, che reggeva 2 sacchetti con la spesa e che con fare gentile
e una bella ESSE bolognese, mi ha detto: “Signora, si è persa ? Ha bisogno di
indicazioni ?”
Lo avrei
abbracciato per quel gesto gentile di preoccuparsi, mi aveva scambiata
evidentemente per una turista in cerca di una strada.
Non potevo dirgli che ero
bolognese quanto lui e non potevo abbracciarlo altrimenti mi avrebbe scambiata
per matta.
Ma che bello che ancora esistano queste persone ! Sono abituata alla gente che
non si parla, a quelli che sgomitano, a quelli che cercano di fare i furbi
nelle file, a quelli che se li fermi e chiedi “scusi, per cortesia…” già ti
scansano pensando che gli vuoi appioppare qualcosa.
Che bello
incontrare il bolognese di una volta, quello che attaccava bottone ovunque,
quello che se c’era la fila ti diceva “passi, passi, tant mé an ho mega furia (passi, passi tanto io ho non ho mica fretta)”,
quello che se dicevi “scusi, per cortesia…” non solo ti dava l’indicazione
richiesta, ma magari pure ti accompagnava per un pezzetto di strada, “così non
si perde”.
Qualcuno c’è ancora …. A volte li incontro sul bus, sono praticamente sempre anziani, hanno la giovialità tipica del bolognese di una volta e la battuta bolognese schietta che mi strappa sempre un sorriso. Sono quelli che si lasciano andare alle esclamazioni più genuine.
Come quello
che se incrocia un ragazzino con zaino appeso che invade la corsia del bus gli
lancia un “Soc’mel cinno, vut ciaper tot al sit ? (accipicchia ragazzino, vuoi prendere tutto il posto?)" o se vedono
il ragazzotto che mette i piedi sui sedili del bus lo apostrofa “Dissò spometi
ten ban zò chi scarpòn (ehi, "Signorino",
tieni ben giù quegli scarponi)" e la cosa buffa è che lo fanno senza
distinzioni, sia che si tratti di un ragazzino cinese che di uno indiano; non
importa, lanciano le loro esclamazioni in puro dialetto, convinti della bontà
delle loro esclamazioni che quindi devono essere internazionalmente comprese.
Io di sicuro
quando li incontro, di solito in bus, non mi ritraggo mai davanti al loro “attaccar bottone”, li
ascolto divertita, mi fanno dei monologhi per tutto il percorso e magari
scendendo mi chiedono scusa per le tante chiacchiere.
Ma io
rispondo sempre ridendo “macché scusa, anzi, speriamo di incontrarci di nuovo !”.
Se ne vanno ridendo e scuotendo la mano per salutare.
Che bello
sapere che ci sono ancora i bolognesi di
una volta……
PS: non so scrivere il dialetto bolognese ... ho scritto a orecchio...
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