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sabato 2 novembre 2013

IL MIO DISCO CONSUMATO

vinile
Il disco (o vinile che dir si voglia) più consumato che possiedo è “Uno in più” nella versione cantata da Riki Maiocchi. All’epoca avevo 10 anni, possedevo un giradischi e con le paghette che mi guadagnavo compravo i dischi dal negozio all’angolo della nostra strada.
Questa canzone fu l’ossessione di mia madre, rientrava dal lavoro e la sua esclamazione puntuale era “oh no, ancora i gabbiani”.
Sì, perché a lei era rimasta in mente solo la prima strofa “… i gabbiani stan gridando ..”. Poi sconsolata se ne usciva dalla mia camera già sapendo che al termine della canzone avrei ripreso il braccio del giradischi e avrei riposizionato la puntina all’inizio del disco per riascoltarlo.
Data la mia età  di allora non è certo che quella canzone mi piacesse per quelle motivazioni che qualcuno cercò di dare ai vari filoni delle canzoni (alla fine degli anni ’60 c’era una sorta di catalogazione delle canzoni di protesta, quelle che inglobavano i fermenti dei giovani, e questa era considerata una canzone della linea verde).                                          
Ero troppo piccola … che ne sapevo io di linea verde, rossa o gialla ?
Mi piaceva e basta. Se d’acchito poteva sembrare una canzone triste, io la trovavo allegra, evocava l’immagine di una scontentezza che veniva spazzata via dallo stare tutti insieme, dal camminare in una spiaggia tutti quanti verso una direzione e chi era stanco di lottare poteva fermarsi a riposare e chi non sapeva più cosa fare poteva mettersi a cantare. “.. con le lacrime negli occhi, con il sole dentro al cuore
A quell’età ero tutto fuorché stanca e sapevo sempre cosa fare, ma l’ascoltavo,  la cantavo e mi rimandava ottimismo. In fondo era un inno al darsi coraggio l'un l'altro, tutti e uno in più, e forse si delineavano già i miei connotati dell’idealismo romantico, perché no .. Mia madre non ha mai scordato quella canzone, ancora negli ultimi anni della sua vita ogni tanto mi diceva “Ma quella canzone dei gabbiani, ma ce l’hai ancora? Come faccio a scordarla? Non se ne poteva più in casa di sentirla!”  e poi si faceva una risata scuotendo la testa.
Ne abbiamo riso anche con mio figlio qualche giorno fa ricordando quelle frasi "ah sì mamma, era quella che la nonna chiamava la canzone dei gabbiani".

Avevo ragione io, quella canzone in fondo in casa nostra portava una risata, un innocente e genuino buonumore che ha resistito negli anni. 
Sì, che ce l’ho ancora quel disco e non lo butto, perché mi piace l’idea del sole dentro al cuore.

4 commenti:

  1. Cara Marilena, quante cose sono cambiate da allora, cose che oggi è più pratico tutto per ascoltare musica, ahimè però molte cose sono peggiorate...
    Dobbiamo accettare il progresso, che purtroppo porta di tutto!!!
    Ciao e buon fine settimana cara amica.
    Tomaso

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    1. Sai Tomaso quante cose che vorrei fossero ancora come allora !! Forse sì, bisogna accettare il progresso, ma in molte cose mi sembra che non ci sia un gran progresso. Sicuramente i mezzi di oggi sono più comodi per ascoltare la musica, ma tante altre cose dovrebbero tornare come una volta. Buon fine settimana anche a te. Ciao. Marilena

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  2. Gli amori non consumati come si possono dimenticare?

    https://www.youtube.com/watch?v=nmrl2ymlnPo

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    1. Con le cose materiali, come la Nutella o lo shopping compulsivo o altro a scelta.

      http://www.youtube.com/watch?v=ypNxdwTVOVY

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