Translate

lunedì 23 dicembre 2013

FANTASIA O REALTA' ?

Lui aveva 24 anni, era bello, spavaldo, sicuro di sé, si accostò a lei e disse: "tu sarai la mia ragazza". E lei spavaldamente sicura di sé, con la forza dei suoi 16 anni, gli rispose "te lo sogni". Lui rispose solo con un pacato sorriso. Non perdeva occasione nel gruppo di sfidarla con gli occhi. Apparentemente discreto, nella realtà ossessivo.

Quel giorno di sole erano tutti sui colli, all'Ideal Bar. Ridevano e scherzavano, quando lui si alzò, armeggiò al juke-box, ritornò al tavolino e disse a voce alta platealmente rivolto a lei "questa canzone la dedico a te".
La vanità iniziale che la pervase per quel gesto si spense in un minuto, su quella canzone "e tu sei buffa più che mai con questa tua severità, vuoi che stia zitto e invece no .....".
Il gruppo di amici scoppiò a ridere sulle note di "Ti lasci andare" di Aznavour. Si prendeva gioco di lei che fu oggetto di tutti gli scherzi possibili.  Lei rideva, in realtà era furibonda. Riuscì a sibilargli nelle orecchie "sei finito". Lui rispose solo con un pacato sorriso.


La domenica pomeriggio andarono a ballare, solito gruppo, soliti amici. Lui si allontanò e poco dopo era sul palco con il microfono in mano: "chiedo scusa a tutti per l'interruzione, ma sono innamorato pazzo di quella ragazza bionda, quella laggiù, e questa canzone è per lei".
Tutti gli occhi si puntarono su di lei che già pensava alla canzone di Aznavour e con le guance porpora voleva solo acchiappare la borsa e scappare via.
Invece partirono note dolcissime mentre lui cantava "ho preso la chitarra e suono per te, il tempo di imparare non l'ho e non so suonare ma suono per te. ....La prima cosa bella che ho avuto dalla vita è il tuo sorriso giovane, sei tu ... ".                                                   
Aveva pure una bellissima voce, tanto che quando finì la canzone, la band sul palco voleva che si esibisse ancora. Tra gli applausi, le ragazze che commentavano invidiose e lei lì, stordita in un misto di vergogna e confusione. Lui tornò al tavolo, non una parola, prese il suo bicchiere lo alzò verso di lei e le sorrise.

Le insegnò a guidare il suo Ducati, era giallo e con i manubri alti, tipo chopper, le insegnò che il suo viso era bello anche senza ombretto e mascara, le insegnò la dolcezza di una carezza fatta con amore, era un'esplosione continua di sorprese, era vulcanico, sfrontato, senza inibizioni, sempre sicuro della sua bellezza e del suo estro.
I suoi iniziali silenzi conditi solo di sorrisi mutarono in milioni di parole che le regalava senza stancarsi mai. Non la fece mai soffrire, voleva solo che lei ridesse e fosse felice e la guardava sempre con quegli occhi adoranti, innamorati persi.
Era nato il 25 aprile, anniversario della liberazione, e giocava su questa data: si vantava di essere libero di sfidare il mondo intero, di sfidare la vita.
Non poteva sapere che la sua sfidante non era la vita, ma la morte che se lo portò via.

La gente muore solo quando viene dimenticata. Isabel Allende, Eva Luna, 1987

7 commenti:

  1. Sempre belli i tuoi racconti cara Marilena.
    Colgo l'occasione di rinnovarti gli auguri delle feste di Natale.
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Tomaso e grazie. Anche io ti rinnovo gli auguri, ma lo farò anche domani con il mio post per tutti coloro che girano in questo mondo virtuale.
      Ti abbraccio Tomaso, non finirò mai di dirti che sei un grande uomo. Ciao :). Marilena

      Elimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensavo che in questo periodo tu stessi lavorando. So di certo che non puoi essere l'Angelo sulla capanna, ma so che è un momento in cui tutti gli Angeli
      hanno un sacco da fare.
      Non ho capito in cosa provoco; ho solo raccontato un pezzo della mia vita. Mi appartiene, che tu ci creda o meno. E non sarai tu ad infangarla con nessuna parola. Cosa c'entri tu? Se conosci la storia forse vuol dire che è banale, ma ti assicuro che conosco molte donne che pagherebbero per poter avere nel loro album dei ricordi quello che ho avuto io seppure con tutte le sofferenze conseguenti (e forse te lo dissi già in un'altra occasione). Fa parte della mia vita che ogni tanto racconto, come ben sai visto che ho uno spazio intitolato "Il baule dei ricordi".
      Rilassati Angelo e lascia perdere le menzogne che mi hai già dispensato. Passa delle serene feste. Auguri: te lo dico dal cuore. Ciao :). Marilena

      Elimina
    2. Scusami! GRAZIE e altretTRANTO.

      Elimina
  3. Fantasia o realtà? Non saprei dire. Mi ha ricordato La prima notte di quiete, un vecchio film con Alain Delon, non mi ricordo chi interpretava Vanina, la protagonista femminile, c'era anche Lea Massari. La storia è diversa, ma il tuo racconto me l'ha fatto ricordare.
    Sbaglio se tra le righe leggo il grazie di questa bella bionda di cinquanta e passa a chi allora quella ragazzina bionda "non la fece mai soffrire"?
    Passa serenamente queste feste, ti abbraccio
    Paola

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' tutta realtà Paola. La fantasia è solo di riuscire a staccarsi dalla realtà quotidiana per riuscire a ricordare quei giorni. Sì, hai letto bene, gli devo tanto a quel ragazzo che veramente mi diede tutto senza mai risparmiarsi, che aveva occhi solo per me, che mi sorprendeva sempre.
      Il film di Delon è molto bello ma la nostra storia si distaccava perché molto "più pulita", c'era un divario di età ma non così grande ed eravamo due semplici ragazzi. La battuta che mi viene è che lui forse era più bello di Delon, quello che tutte volevano. E' vero quello che scrisse la Allende: muore veramente chi viene dimenticato ed io non voglio farlo morire due volte. Ti mando anche io un abbraccio e un augurio di serene feste. Tanti cari auguri di cuore.
      Ciao Paola e grazie di tutto :). Marilena

      Elimina