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giovedì 19 dicembre 2013

TOILETTE PER SIGNORE: tour virtuale

Chiunque stazioni nei pressi di una toilette pubblica sentirà sempre un uomo rivolgersi alla sua signora appena uscita con un: “ti davo per dispersa … ma quanto ci hai messo !?”.
E c’è pure qualcuno che ancora si chiede perché nelle toilette delle donne c’è sempre la fila (per me deriva da qui il cosiddetto "bagno di folla"). E allora, prego signori uomini, ecco il tour virtuale delle toilette per signore. 
toilette per signoraSi comincia dal tempo che impieghiamo per auto-rifornirci della carta che manca sempre (non ho mai capito se siamo consumatrici ossessivo-compulsive o se i gestori subdolamente sanno che nelle nostre borse da Mary Poppins, abbiamo tutto, compreso quello che loro non mettono in dotazione ai WC). Si passa all’equilibrismo da adottare per non entrare in contatto con quei plotoni di germi che tenacemente sopravvivono dopo aver fatto perdere i capelli a Mastro Lindo.
Già dopo l’uso del servizio entriamo in panico; sappiamo che non dobbiamo più cercare la catenella (retaggio di un tempo che fu), ma ci aspettiamo un banale scarico a parete, magari di quelli a doppia erogazione che comunque, con il nostro mini-bagaglio tecnologico, abbiamo imparato ad usare.
Ma se girandoci ci rendiamo conto che il bagno è completamente piastrellato e non vi è traccia di scarico a parete, dobbiamo lanciarci alla ricerca dello sciacquone perduto. Il maledetto si palesa sotto forma di pulsante sapientemente mimetizzato a lato del WC (che per trovarlo devi romanticamente accarezzare tutte le piastrelle), in basso che più in basso non si può, o di pedale ai piedi dello stesso. Quest’ultimo è il più diabolico perché solitamente pigi e ri-pigi per una fuoriuscita di 10 gocce d’acqua e allora ti fai due polpacci così per insistere.
Tempo medio totalizzato : 1 minuto di pipì e 15 minuti di ricerca sciacquone (viene altresì svelato il perché 2 donne entrano insieme: è solo per supportarsi nella ricerca del pulsante sciacquone).
Si esce dal servizio e ci si misura con lo sguardo di disprezzo delle donne che sono in fila, ma si supera a testa alta questo momento che potrebbe essere imbarazzante per chiunque, ma non per chi sa che la prossima che entrerà avrà le tue identiche difficoltà con lo sciacquone.
Con il sorriso diabolico-ironico “di chi sa” ci si appropinqua al lavandino sovrastato da specchio gigantesco.
Chi è quel gran genio che ha deciso di mettere uno specchio di 4x4m in un bagno per donne ? 
Ammettiamolo, uno specchio davanti ad una donna non aiuta, perché inevitabili partiranno i gesti in sequenza: un’aggiustata ai capelli, una controllatina al trucco, la mano che si insinua nella borsa Mary-Poppins alla ricerca della matita, solo per rinfrescare la riga sotto l’occhio e magari, suvvia, un’altra immersione alla ricerca del lucidalabbra, giusto perché si è lì.
Altra aggiustatina ai capelli, perché chinati di qua, rovista di là, i ciuffi ti sono scesi.
Dopodiché inizia il rito del lavaggio mani che emula la scena dello sciacquone.
Non ci sono manopole, muovi le mani sotto al rubinetto augurandoti sia quello con le fotocellule … no …. allora ti scosti e cerchi il pedale, il maledetto pedale che occultano manco fosse un ricercato Interpol.   E quand’anche l’hai trovato, devi prima assicurarti una posizione contorsionistica (l'aver "letto" il Kamasutra aiuta) che ti consenta di lavarti le mani e solo quelle; solitamente trattasi della posizione a cucchiaio (inattuabile per le donne alte meno di 165 cm). E il dramma è che dobbiamo sforzarci di non guardare dentro allo specchio oversize che abbiamo davanti, perché se ci vediamo riflesse, scatta inevitabile la vanità femminile che ci obbliga a raddrizzarci (la posizione a cucchiaio evidenzia impietosamente i rotolini di ciccia della pancia) perdendo definitivamente il contatto con il pedale dell’acqua.  E devi ricominciare tutto daccapo. 
toilette per signoraCon le mani gocciolanti vai verso il soffione per asciugartele; ti avviti su te stessa per pigiare il pulsante con il gomito (sì, perché a noi schifa toccarlo con la mano) e parte il soffione che poi è tutto rumore e niente asciugatura. Stai lì 3 minuti che minano con danni permanenti la Tromba di Eustachio sinistra declassandola a Fischietto di Eustachio ed inevitabilmente devi rimettere la mano nella borsa Mary-Poppins per cercare un fazzolettino con cui finire di asciugarti. Un’altra sbirciatina (prolungata) allo specchio oversize e te ne esci.

Signori uomini, nelle vostre toilette tutto questo non succede ! Pertanto quando usciamo dalle toilette non diteci “ti davo per dispersa … ma quanto ci hai messo !?” perché inevitabilmente noi già siamo uscite con il sistema nervoso agitato forza otto e per di più dobbiamo mentirvi “ah! c’era un’imbranata che non usciva più”. Ma dentro di noi saremo già graffiate da segni di squilibrio che nel tempo si trasformeranno in paranoia cronica senza ritorno. 
Scegliete: O non commentate OPPURE organizzate una raccolta di firme per il referendum “vuoi che venga abrogata la tecnologia e distrutto lo specchio oversize nelle toilette per signora ?”. 

8 commenti:

  1. Cara Marilena come sempre nei tuoi post, dopo aver ben letto!!! Prima ci si preoccupa, poi alla fine ci si fa una bella risata...
    Ciao e buona giornata con un abbraccio.
    Tomaso

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    1. Cerco di sdrammatizzare le cose quotidiane e lo sai che mi piace prendermi in giro e ridere. Una buona giornata anche a te. Un grande abbraccio :).
      Ciao. Marilena

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  2. eheh forte! è la domanda che mi chiedoo sempre anch'io in autogrill pensa che la settimana scorsa da quanto era affollato quello delle donne hanno utilizzato anche quello maschile :)) io sarei per l'aumento dei bagni al femminile :)) buona giornata, ciao Andrea

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    1. Beh, ti ho svelato il perché. Già solo se ci ridanno la catenella dello sciacquone e le manopole ai rubinetti abbattiamo una bella fetta di tempo :).
      Ciao, buona giornata anche a te. Marilena

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  3. .. le toilettes pubbliche sono anche il segno tangibile della progressiva inciviltà umana... (a prescindere da tasti e pedali introvabili)

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    1. E' un tasto che non ho volutamente toccato per non svilire la giocosità del racconto. E ti dirò che nelle mie esperienze di ufficio i bagni delle donne erano sempre più sozzi di quelli degli uomini. Mi sono resa famosa per le mie sfuriate senza pietà, visto che non sono per niente diplomatica.
      I bagni pubblici non sono da meno. Che tristezza, che schifo !! Ciao, buona giornata :)

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  4. ci voleva una lettura così...se ci si ferma a riflettere sono veramente un segno di inciviltà le condizioni in cui spesso troviamo i bagni pubblici...
    buona serata grazie per la visita nel mio blog... :)
    lella

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    1. Io ho giocato con il racconto, ma è la realtà. Noi donne siamo eterne quando entriamo e purtroppo non siamo neppure un buon esempio di civiltà. Amara considerazione, ma così è. Grazie a te per essere qui. Ciao :). Buona serata. Marilena

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