A volte
penso che se Jacques Prévert fosse qui oggi, non potrebbe più scrivere poesie
come “I ragazzi che si amano”. Lui scriveva “I ragazzi che si amano si baciano in piedi contro le porte della notte
e i passanti che passano li segnano a dito. Ma i ragazzi che si amano non ci
sono per nessuno”.
Io mi sono
sempre intenerita nel vedere due ragazzi che si sussurrano nelle orecchie, che
si baciano, che si guardano come se il mondo intorno non esistesse, ma più sto
in giro, in mezzo “ai passanti”, più mi rendo conto come è raro
assistere a queste immagini che erano dolcissime, almeno per me che non ero una
dei passanti di Prévert che li additava.
Forse noi
siamo stati complici di questo cambiamento. La mia generazione è quella dei
ragazzi che si baciavano contro le porte della notte e anche del giorno, quella
che girava con la 500 per arrivare ad un qualche campo collinare dove, se ti andava bene, riuscivi a stare
per qualche mezz’ora prima che arrivasse il contadino a dirti che quella era
proprietà privata. La mia generazione è quella dove se avevi fortuna, c’era in
mezzo al gruppo quello che aveva il “trappolo” che qui a Bologna altro non era
che una cantina tirata a lucido, con qualche poltroncina, rigorosamente
sfondata, quella che era stata scartata dai genitori, qualche faretto a luce
fioca e l’immancabile mangianastri ed eravamo almeno in 10 stipati in 6mq (mi
sono sempre chiesta se “la cantina buia
dove respiravamo piano” di Battisti fosse veramente
il trappolo o se devo credere ad una qualche altra allusione ….).
La mia generazione era obbligata a baciarsi davanti ai passanti, ma poi mettici i
guardoni, mettici quelli che ti sorprendevano in auto e ti rapinavano, per non
dire peggio, la nostra generazione è stata quella che per i propri figli non
voleva correre rischi.
Ed è con noi
che si sono aperte le porte delle nostre case “perché qui siete al sicuro, tanto noi andiamo a cena fuori e poi vogliamo
andare al cinema, prima di mezzanotte non torniamo …”.
Mi ha sempre
fatto ridere il racconto di un ragazzo che aveva concordato con i genitori
(stremati da una quantità ignobilmente straripante di film che avevano visto) un segnale per
consentire loro un rientro anticipato: se la tapparella della cucina era
abbassata divieto di rientro, se la tapparella era alzata via libera.
Fino a
quella sera in cui si scordò di alzarla e i genitori dopo aver girovagato tutta
notte presero il coraggio di telefonare per supplicare di poter rientrare.
Che bisogno
hanno i ragazzi di baciarsi contro le porte della notte ? Ora ci entrano da quelle porte. Forse oggi bisognerebbe scrivere “gli adulti che si amano si baciano in piedi contro le porte della
notte… ecc.”.
Mi hanno sempre infastidito certe mie amiche che "non posso rientrare prima di mezzanotte perché Tizia o Caio sta col fidanzato/a" E magari non hanno neanche diciotto anni. Siamo arrivati alla nostra età a parti inverse. Sarò all'antica ma lo trovo sproporzionato e anche poco rispettoso. E degno, purtroppo, di una certa gioventù che ha tutto sotto mano e non le viene negato nulla. Una gioventù insofferente ma che non ha mai sofferto. Certo non sono tutti così, i giovani d'oggi. C'è sensibilità e responsabilità. Basta un giro di blogs... ma in troppi sono alla deriva ...
RispondiEliminaTi dirò che pure io sono all'antica. Mio figlio durante il giorno non aveva grossi problemi visto che la casa era a sua disposizione dall'alba fin oltre il tramonto, l'ha avuta per qualche festicciola e qualche altra occasione, ma era già grandicello. Dopodiché la fidanzata è entrata in casa ed è divenuta parte della famiglia e ha dormito, cenato e vissuto qui.
EliminaMa, mentre mi ha accusata per tutta l'adolescenza di essere un generale delle SS e di avergli solo evitato le perquisizioni e di averlo trattato come fosse una femmina (ossia orari rigidi da rispettare per il rientro e serate specifiche per le uscite perché doveva comunque pensare ad andare a scuola), oggi che ha 30 anni mi regala la frase più bella : "Mamma se un giorno avrò un figlio, farò le stesse cose che hai fatto tu con me. Allora non le capivo, ma ora ti ringrazio perché mi hai insegnato la disciplina e la strada maestra".
All'età giusta ha fatto le sue uscite con autogestione degli orari e i suoi viaggi indipendenti.
Sono stata accusata spesso di essere TROPPO MAMMA, ma io penso che ci sia un'età per tutto e non me ne frega niente di modernizzarmi e di stare a certe "regole della moderna società". Qualcuno addirittura mi diceva la porcheria "Ma tu hai un maschio che ti frega? Sono i genitori delle femmine che si devono preoccupare". La trovo un'affermazione abominevole, come dire che se mette incinta una ragazza sono cavoli dell'altra famiglia ed io dovrei dormire i miei sonni tranquilli pur sapendo che in giro da qualche parte c'è una creatura che ha una goccia del mio sangue; NON sarei mai capace di lasciarla alla deriva da sola, no, proprio non ce la farei a disinteressarmi. Eppure la gente ragiona così. Per non parlare di tutto il resto ...
Ciao Lampur. Buona serata. Marilena
PS: sono un po' invischiata con situazioni familiari e sono poco al PC, ma troverò 2 minuti per scriverti sul tuo viaggio vermeriano. Mi farò viva nel tuo blog. Ciao.
Cara Marilena, rieccomi e ti lascio per ora solo un saluto. perché voglio arrivare da tutti!!!
RispondiEliminaBuon pomeriggio con un abbraccio forte.
Tomaso
Tomaso, se sei qua vuol dire che sei guarito ed io sono felice di ciò. Spero veramente che tu ti sia rimesso, ma sì sono sicura che sei in piena forma!. Ti mando un grande bacio e un grande abbraccio. A presto. Ciao :). Marilena
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