Credo che siano molti quelli che come me vivono in un'alternanza di momenti di disfattismo totale con momenti di speranza che qualcosa cambierà, e non mi soffermo a misurare quanti prevalgono rispetto agli altri. C'è chi si abbatte e passa l'esistenza a lagnarsi, c'è chi invece conduce encomiabili battaglie senza demordere e c'è chi come me va a cercare la pazienza e la tenacia, quelle che sicuramente non cambieranno il mondo, ma forse ripareranno qualche piccolo strappo del piccolo mondo in cui vivo e che comunque danno la sensazione di non vivere passivamente. Molte mattine mi alzo pensando che il mondo di oggi fa schifo, molte mattine penso che è tutto inutile, ma poi ci sono quelle mattine in cui mi alzo e penso che non possiamo stancarci di vivere e quindi cercare di cambiare le cose. Un connubio di stati d'animo contrastanti, ma che alla fin fine mi fanno dire a me stessa e a chi mi circonda che il bianco/nero forse non può diventare un arcobaleno, ma può comunque diventare un colore se si vive con il motto: NON MOLLARE MAI.
Bene figliolo, te lo dirò:
la vita per me non è stata una scala di cristallo.
Ci furono chiodi
e schegge
e assi sconnesse,
e tratti senza tappeti sul pavimento
nudi.
Ma per tutto il tempo
seguitai a salire
e raggiunsi i pianerottoli,
e voltai angoli
e qualche volta camminai nel buio
dove non era spiraglio di luce.
Così, ragazzo, non tornare indietro.
Non fermarti sui gradini
perché trovi ardua l'ascesa.
Non cadere ora
perché io vado avanti, amor mio,
continuo a salire
e la vita per me non è stata una scala di cristallo.
Langston Hughes
Ci furono chiodi
e schegge
e assi sconnesse,
e tratti senza tappeti sul pavimento
nudi.
Ma per tutto il tempo
seguitai a salire
e raggiunsi i pianerottoli,
e voltai angoli
e qualche volta camminai nel buio
dove non era spiraglio di luce.
Così, ragazzo, non tornare indietro.
Non fermarti sui gradini
perché trovi ardua l'ascesa.
Non cadere ora
perché io vado avanti, amor mio,
continuo a salire
e la vita per me non è stata una scala di cristallo.
Langston Hughes
Detto bene cara Marilena, non bisogna mai perdere la speranza!!!
RispondiEliminaSi spera semüre che arrivino dei girni migliori, io te lo auguro di tutto cuore.
Caoo e buona giornata cara amica.
Tomaso
Caro Tomaso, sono fatta di ciccia anche io e quindi ho tanti momenti in cui mi "si scaricano le pile", ma poi le ricarico e ricomincio. Se non avessimo la speranza che domani o dopodomani o fra un mese avremo giorni migliori, allora non avrebbe senso alzarsi e vivere.
EliminaTi auguro una buona serata con un abbraccio. Ciao :). Marilena
La fa eccome !!! Dici così perché probabilmente sei in una giornata o periodo NO.
RispondiEliminaHai grinta e rabbia in quel che dici nei vari commenti; non posso credere che tu la sprechi solo dietro ad uno schermo senza usarla nel tuo quotidiano.
Si possono cambiare molte situazioni se non molli; non puoi cambiare il mondo, ma puoi rettificare qualche evento del tuo piccolo mondo. Capita sul lavoro, capita davanti a chi rappresenta le istituzioni, capita in tante piccole cose per le quali hai il potere, se non molli e se perseveri, di riparare qualcosa.
E se mia madre dopo la rianimazione e il coma avesse mollato avrebbe confermato la diagnosi dei medici che la diedero per spacciata e invece visse e se avesse mollato buttandosi giù e facendosi prendere dalla depressione e dal piangersi addosso, non si sarebbe mai rialzata da quella sedia a rotelle dove era finita.
Se si passa la vita a dire che tutto fa schifo o a lamentarsi "perché capitano tutte a me" o a inveire contro le ottusità di una burocrazia borbonica o ad accettare le inefficienze, i soprusi "perché tanto non cambia nulla", allora che senso ha vivere ??
Penso anche a quante battaglie ho condotto sul lavoro; tacere e mollare avrebbe fatto una grande differenza (ricordo ancora quando sfidai colleghi - operai ed impiegati tutti compatti - intenti in uno sciopero fuori luogo mentre avevamo un paio di camion che dovevano caricare merce il cui incasso era linfa vitale per un'azienda che rischiava di chiudere. Io contro tutti. Non mollai, feci il diavolo a 4, qualcuno capì che avevo ragione e che caricare era l'unico sistema per salvare l'azienda al di là delle chiacchiere del sindacato. Lasciarono le bandiere rosse e caricarono e il seguito confermò che era la scelta giusta).
Me lo sento ripetere spesso "chi te lo fa fare ?" Me lo fa fare la speranza che anche una goccia di acqua versata in un torrente possa contribuire a non farlo seccare. E non sono la sola a versarla.
Sono allibita. Non c'era una riga al proposito sul quotidiano e ho fatto un giretto sul web, ma sono poche righe qua e là ... e mi stupisce il silenzio soprattutto su PARMA !!!
RispondiEliminaMa tornando a noi ... io non ti conosco, non so nulla di te. Io se fra un secondo lascio questo mondo, il mondo va avanti ma qualcosa di me l'avrò (spero) lasciato a mio figlio. La poesia che ho citato infatti è dedicata ad un figlio. Spero di aver lasciato a lui la voglia di combattere e la speranza di poter cambiare qualcosa anche fossero le piccole cose.
Ricordi la questione dei biglietti del bus di cui feci il post ? A innescare la protesta con tanto di battaglia legale è stata mia cugina (un'altra che se le pesti un piede non ti porge l'altra guancia ma ti tira una sberla). Non so come finirà, probabilmente perderà la causa che sta avviando (nel frattempo ha trovato sostegno da varie associazioni), ma intanto qualcosa fa, non vive passivamente subendo e, perché no, potrebbe alla fin fine ottenere qualche successo. Se tutti ce ne stavamo zitti e buoni era già assicurato il sopruso.
E comunque queste sono faccende un po' di rilievo. Io mi riferisco a quello che tu definisci il tuo micro-mondo. Ti ho portato un esempio del mio. Ho lavorato 40 anni e non ho mai tenuto chiusa la bocca, nemmeno con le proprietà; non per amor di litigio, ma per far sì che si estirpassero certi malcostumi ed ingiustizie. Ho vinto diverse battaglie; non ho salvato il mondo, ma ho di certo contribuito a migliorare certe situazioni del mio micro-mondo. Per le grandi battaglie non sono attrezzata, ma per quelle piccole non demordo.
Di quello sto parlando e ne parlai già in un altro post ( http://ilmiobloginunozaino.blogspot.it/2013/10/noi-figli-del-dott-balanzone.html#more ).
Se mi facessi piacere le cose vivrei peggio di quel che vivo; sto già male per le grandi cose (grazie per avermi avvelenato la serata con i rifiuti del sud), non posso star male anche per le piccole.
Beh, questa non mi stupisce. A Casalecchio di Reno (14km da Bologna) il comune da qualche anno ha tolto i cassonetti e obbliga alla differenziata da smaltire in giorni prefissati. Sono fioccate multe a non finire per l'errata separazione dei rifiuti e inoltre nessuno ha ascoltato le proteste levatesi in merito all'umido la cui raccolta è prevista un solo giorno della settimana e d'estate è dura tenersi in casa l'umido che finisce per puzzare. Ma il popolo pecorone invece di inca@@arsi di brutto ha pensato di risolvere la questione buttando l'immondizia nei cassonetti di Bologna che è alle porte. Chi più chi meno viene verso Bologna per lavoro o per diletto e si portano l'immondizia appresso. Così il loro comune gongola perché tutto funziona e hanno sicuramente una % inferiore da smaltire e poco importa se se la trovano sul groppone i bolognesi ...
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