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mercoledì 16 ottobre 2013

L'ULTIMA VOLTA

Coooosa?  Noooo! Ma tu mamma non sei normale, tu sei un Highlander !” è stato il commento, ridendo, di mio figlio al telefono quando gli ho detto della mia salita a S.Petronio.

E’ vero che da oltre una settimana mi trascino una febbre che si è invaghita di me e non se ne vuole andare ma io fingo di non averla e continuo la vita di sempre. E’ vero che sono il punchball di mio padre da domenica, quando dopo 6 ore di pronto soccorso l’ho riportato a casa ingessato fino al ginocchio, e da allora è la che strippa e devo aggirarmi per casa sua fingendo di non sentirlo “lascia stare, faccio io, tanto il gesso non lo tengo, me lo taglierò da solo come ho fatto l’altra volta”. E’ vero che, tra un sali-scendi dall’auto e un entra-esci dappertutto, mi sono pure centrifugata in preparazioni di pasti per chi va e per chi resta che mi sembra di stare alla mensa della stazione centrale.
E’ verissimo che forse la normalità avrebbe voluto che io approfittassi di quella pausa di un paio di ore per riposarmi, ma c’era quella notizia che avevo letto sulla mail e che avvisava che a fine ottobre toglieranno le impalcature e chiuderanno definitivamente l’accesso per salire su S. Petronio.
Lo so che ci sono già stata tre volte, ma lassù è tutto talmente bello che ho pensato che dopo aver sistemato tutti, potevo ritagliarmi uno spazio tutto mio e andarmene lassù per vedere per l’ultima volta la mia Bologna dall’alto.

Amo Bologna, ho un rapporto litigarello con la mia città, dico sempre che vorrei andarmene, ma la amo. Ed è bellissimo stare lassù a guardarla, lassù dove non vedi, non senti e non leggi tutto il brutto che c’è giù.
Ho affrontato di nuovo quelle scale (effettivamente con la febbre si va un po’ più lenti, devo ammetterlo), ingabbiata dentro quelle lamiere e quei ponteggi, ma poi quando sono arrivata ho respirato tutto il bello: i contorni delle chiese, dei palazzi e delle torri, il colore rosso che predomina ovunque, la cupola verde di S.Maria della Vita incastonata come uno smeraldo, il movimento delle persone che vedi a dimensione lillipuziana e quindi ti sembrano tutte innocenti e pure, il silenzio che ti avvolge come un caldo abbraccio.
C’era anche l’atmosfera giusta: cielo coperto, un lieve velo di nebbia che ti entrava dentro, la mia febbre che mi provocava brividi lungo la schiena e mi rendeva gli occhi languidamente lucidi.
Sarò anche una stupida sentimentale, ma mi sono pure commossa pensando che era la mia ultima volta. Sì, perché per quanto io possa essere ottimista, il prossimo restauro sarà fra molto, troppo tempo; è previsto in un tempo in cui la mia Bologna la vedrò da molto, molto più in alto…..

Non sono un highlander, ho solo pensato di staccare la spina per un paio di ore, sono fuggita, mi sono ritagliata uno spazio tutto mio lontano da tutto e da tutti, sono andata a rubare un po’ di tranquillità e lassù l’ho respirata a pieni polmoni.  Fuori da qualsiasi gabbia e timidamente è spuntato per poco tempo anche il sole.
Mi sono riempita gli occhi, ho sorriso alla mia città, mi sono appoggiata alla balaustra e ho aperto le ali della fantasia. Era la mia ultima volta. Tutto qua.
SAN PETRONIO

8 commenti:

  1. Non ci sono mai "ultime volte", cara amica...ci sono solo spazi diversi tra una volta e l'altra...un abbraccio grande e un saluto speciale al tuo papi che trovo sempre più simpatico! bacio

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    1. Grande botta di romantico ottimismo: il prossimo restauro sarà fra 50 anni ... sai dove sarò? Sì, forse salirò da qualche altra parte, ma non certo su S.Petronio. Quanto al papi se vuoi te lo impacchetto e te lo mando .. sto pensando di comprare bavaglio e catene, sembra sia immobile da 2 mesi e invece sono solo pochi giorni, mi farà uscire di matto. L'altra volta con il seghetto si è tolto il gesso da solo, finirà così anche stavolta... me lo sento. Grazie per l'abbraccio ... so che anche per te non è uno dei momenti migliori. Ma anche queste giornate finiranno ... caspita se finiranno !! Ciao. Un bacio grande anche a te. Marilena

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  2. Cara Marilena, credo che tu faccia veramente miracolo! anche con la febbre fai tutto!!!
    Ma già quando si è fenomini nel bene come te! è tutto possibile.
    Tomaso

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    1. Beh Tomaso, non credo sia merito mio se reggo la febbre. Credo sia merito di mamma e papà che mi hanno fatta così. D'altra parte mia madre fin da piccola mi mandava a scuola anche con la febbre perché non sapeva a chi lasciarmi. Sono sempre andata anche in ufficio con la febbre. L'importante è che non salga oltre 38.2 ... altrimenti divento anche io uno straccio. Magari fossi un fenomeno, cerco solo di sopravvivere in questo mondo a cui voglio bene nonostante tutto. Sei sempre troppo buono con me. Sono piena di difetti ma ancora non li ho svelati sul blog :) . Ciao, buona giornata. Marilena

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  3. Tra cinquant'anni ti godrai San Petronio da un'altra prospettiva, la vista dall'alto non deve essere male.
    Auguri, conosco quel certo tipo di padre quando non può fare quello che vuole.

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    1. Eh eh eh, infatti l'ho detto che la vedrò da molto, molto più in alto.... Intuisco che anche tu hai avuto un padre come il mio ... sono appena rientrata e sono sull'orlo di una crisi di nervi. Oggi qui è una splendida giornata di sole e lui è là che ne dice di tutte e di più perché con questo tempo non si può restare lì ingabbiati con tutto quel che ha da fare. Ogni giorno è più pestifero. Quando vengo via mi accendo 2 sigarette una dietro l'altra ... l'alternativa è fermarmi per strada a tirar cazzotti contro un albero (ma non so se è meglio). Ciao. Grazie per gli auguri. Buona giornata.

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  4. La tua ultima volta...nell'arte e nella sua contemplazione ci sono molte ultime volte, qualcosa che guardi il momento dopo è già mutato...quindi direi che hai fatto bene a prenderti il tuo spazio e tempo per farlo!
    Un abbraccio!

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    1. Qualcuno un giorno mi consigliò di frequentare spesso Musei e di avvicinarmi al mondo dell'arte, perché ti aprono la mente e ti danno una sorta di benessere. Cerco di seguire quel consiglio e per molte cose ho la fortuna di avere un esperto in casa che mi dà suggerimenti, mi aiuta a capire (mi rimprovera anche quando non ricordo qualcosa). Da lui ho imparato ad incantarmi davanti all'arte, prima lo facevo solo con la natura. Isolarsi ogni tanto per guardare e riempirsi gli occhi a me dà una sensazione di pace che mi aiuta a ripartire. Altri preferiscono stordirsi nelle compagnie, a me toglierebbe altra energia. La mia fuga mi ha rivitalizzato e altre fughe farò. Ciao. Un abbraccio anche a te.

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