“Coooosa?
Noooo! Ma tu mamma non sei normale, tu sei un Highlander !” è stato
il commento, ridendo, di mio figlio al telefono quando gli ho detto della mia
salita a S.Petronio.
E’ vero che
da oltre una settimana mi trascino una febbre che si è invaghita di me e non se ne vuole andare ma io fingo di non
averla e continuo la vita di sempre. E’ vero che sono il punchball di mio padre
da domenica, quando dopo 6 ore di pronto soccorso l’ho riportato a casa
ingessato fino al ginocchio, e da allora è la che strippa e devo aggirarmi
per casa sua fingendo di non sentirlo “lascia
stare, faccio io, tanto il gesso non lo tengo, me lo taglierò da solo come ho
fatto l’altra volta”. E’ vero che, tra un sali-scendi dall’auto e un
entra-esci dappertutto, mi sono pure centrifugata in preparazioni di pasti per
chi va e per chi resta che mi sembra di stare alla mensa della stazione
centrale.
E’ verissimo
che forse la normalità avrebbe voluto che io approfittassi di quella pausa di
un paio di ore per riposarmi, ma c’era quella notizia che avevo letto sulla
mail e che avvisava che a fine ottobre toglieranno le impalcature e chiuderanno
definitivamente l’accesso per salire su S. Petronio.
Lo so che ci
sono già stata tre volte, ma lassù è tutto talmente bello che ho pensato che
dopo aver sistemato tutti, potevo ritagliarmi uno spazio tutto mio e andarmene
lassù per vedere per l’ultima volta la mia Bologna dall’alto.