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lunedì 26 maggio 2014

Ho cominciato a ridere

Avevo già pubblicato una poesia di Vincenzo Costantino e qui ne inserisco un'altra che mi ha colpito.  
I bambini ridono con poco, basta qualche moina, qualche gioco, una mano che li sfiora facendo loro il solletico ed ecco che parte la risata spontanea ed argentina.
Poi si diventa ragazzi e si va alla ricerca del divertimento, del ridere, si cerca di organizzare serate, momenti, incontri, gruppi dove tutti si possa ridere.
Ed infine si diventa adulti e ci dimentichiamo di ridere o meglio, ci sentiamo quasi in colpa se ridiamo perché siamo concentrati sulle responsabilità della vita, su quello che ci accade attorno. Ci dimentichiamo che forse ogni tanto bisogna anche saper viaggiare leggeri e che si può anche ridere di niente, anzi dovremmo imporci di fare una, due, tre (o quelle che si vuole) risate al giorno, anche fatte di nulla o di poco, e forse grazie a quelle, affronteremmo meglio tutte le fatiche della vita. Una risata come una pillola di antibiotico che ingoi con cadenze regolari.

                                                                HO COMINCIATO A RIDERE
Ho cominciato a ridere
degli uomini severi
dei momenti storici
delle forme d'arte moderna.
Ho cominciato a ridere 
dei pacchi sorpresa
dei campi di pallone
della miseria e della nobiltà.
Ho cominciato a ridere
delle vigne di Barolo
del profumo delle rotaie
dell'odore dei vagoni.
Ho cominciato a ridere
delle notizie porta a porta
della vita che si nasconde
della nobiltà della miseria.
Ho cominciato a ridere
ero stanco di piangere. 
Vincenzo Costantino

6 commenti:

  1. Mio padre ha riso fino a pochi giorni prima di andarsene. Mi aveva anche chiesto di fargli ascoltare della musica, ma che fosse allegra, perchè non voleva intristirsi. Ha scherzato finchè ha avuto un poco di fiato per parlare e respirare. Aveva quasi novant'anni e io voglio imparare da lui.
    Un abbraccio e un sorriso!

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    1. Anche mio padre che fra un mese compirà 85 anni, non smette mai di scherzare, ironizzare e fare battute. Ovunque e con chiunque ... a volte mi tocca pure dirgli di contenersi. Mi ha però in questo modo insegnato l'arte di prendermi in giro, perché così almeno lo precedo nelle battute.
      E quando siamo insieme o quando ci telefoniamo è una gara continua. Spero veramente di mantenere sempre questa voglia di giocare.
      Ciao, un abbraccio anche a te :). Marilena

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  2. C'è il ridere sciocco, perché c'è. E il ridere che combatte quella stanchezza che Costantino ben evidenzia. C'è un ridere baluardo al quale dovremmo sempre far riferimento. Un ridere da non dimenticare. Mai. ;)

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    1. Il ridere sciocco con l'età me lo sono perso, tranne quando qualcuno mi fa il solletico: schizzo come un missile ed inizio a ridere senza riuscire a fermarmi (mi vengono pure le lacrime agli occhi). Il ridere baluardo è quello appunto che dovremmo ricercare ogni giorno, perché ridere -ne sono convinta- fa bene alla salute. Ciao Lampur. Buona giornata :). Marilena

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  3. Sai che è vero! L'ho imparato recentemente, in circostanze non allegre.
    Mi sono sentita meglio...e, poi, per magia, ho trovato il tuo blog e questa poesia.
    Grazie! :)

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    1. Se l'hai imparato tieniti ben stretto questo insegnamento. Saper ridere è alleggerire la vita che spesso tira colpi bassi. E anche quando la vita ci lascia momenti di "piatta" monotonia (chiamala tranquillità, se vuoi), è veramente il caso di ingoiare una pillola di risata.
      A volte rimpiango quelle belle risate di pancia che si faceva da ragazzi, a volte me le vado proprio a cercare.
      Grazie a te Vivvie. Ciao e buona giornata :). Marilena

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