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lunedì 16 dicembre 2013

NE AZZECCASSERO UNA .....

Foto presa dal web
Questo a fianco è il modellino di quanto verrà bruciato la notte di S. Silvestro in Piazza Maggiore a Bologna.
Sì, perché a noi non andava bene il tradizionale "vecchione" e quindi nella grave crisi di valori che travaglia la nostra società, abbiamo pensato bene di sovvertire e cancellare la tradizione a favore di qualcosa che sia più convincente.  
Vorrei poter dire che è risorto lo spirito goliardico dei bolognesi, ma in realtà penso che stiamo solo concorrendo per ottenere il Tapiro di Striscia la notizia. L'hanno oramai già dato a cani e porci ... vorrete mica negarlo a Bologna? Staffelli, poni fine alla nostra ambascia, dacci 'sto Tapiro che almeno noi bolognesi possiamo sperare che questa sia l'ultima cagata pazzesca sciocchezza.
Pensavo che già ci meritassimo il Tapiro con i topi dipinti sui condomini ("l'arte non si discute" disse l'assessore), ma ora non possiamo non aggiudicarcelo con questo terribile annaffiatoio che per spiegarcelo sono là che se le suonano e se le cantano sulla metafora dello spreco: "l'atto catartico di bruciare un annaffiatoio che, se bucato, significa spreco". 
E i 170.000€ (centosettantamila) che ci costa questo evento come si chiamano se non spreco ? I bolognesi DOC direbbero "mo' socc'mel che sboroni che siamo, non siamo mica dei plumoni noi; tiriamo fuori la pilla per tutto, anche per l'IMU insieme a pochi altri comuni privilegiati" (l'ho addolcita, perché un bolognese non direbbe "privilegiati" ma userebbe un termine che identifica una parte dell'apparato genitale maschile e che fa pure rima con plumoni e con sboroni).
Io non ne sentivo la necessità, vivevo bene anche con il tradizionale e, a quanto pare, non sono sola. Hanno lanciato il sondaggio "TI PIACE ?":
NO   83 %
SI'   17  %
Io non farò testo, ma quell'83% di NO, vorrà pur dir qualcosa? O NO ?



Capodanno 2014, il Vecchione sarà un annaffiatoio bucato
Bologna, 13 dicembre 2013 - Il ‘Vecchione’ che salutera’ il 2013 nella notte di San Silvestro in piazza Maggiore a Bologna sara’ quest’anno un innaffiatoio bucato di 12 metri di altezza.  “L’innaffiatoio à il simbolo più semplice del prendersi cura di qualcosa o qualcuno - spiega Elisa Placucci del duo artistico To/Let che ne ha curato la realizzazione - serve a nutrire ma se viene bucato, la linfa vitale si spreca. Con l’atto catartico di bruciarlo vogliamo esortare a superare il problema”.   Si tratta di un grande innaffiatoio di quelli che si usavano una volta, fatti di latta e dalle forme tonde, dal quale fuoriescono fiumi d’acqua azzurra, “sarà realizzato con legno, iuta e stoffa leggera - prosegue Placucci - tutte fibre naturali per evitare cattivi odori ed eccessivo inquinamento”.   Soddisfatto l’assessore alla Cultura Alberto Ronchi, che annuncia “un servizio gratuito di autobus per raggiungere i maggiori locali della città dall’una alle cinque con corse ogni 15 minuti”.

2 commenti:

  1. ...non conoscevo la tradizione bolognese...certo è che questo annaffiatoio non mi rappresenta poi molto la situazione attuale se, come dici te, sono stati spesi così tanti soldi per farlo. Forse la migliore cosa poteva essere destinare l'importo investito in veri servizi per la città? Non so Marilena..a volte credo che noi siamo solo degli attori secondari in questa Italia, che tanto amo ma che poco ci ama.
    Un abbraccio!
    Berry

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    1. E' la stessa tradizione di molte città: un vecchio di cenci e paglia (che rappresenta l'anno vecchio) che viene bruciato in piazza per far posto al muovo giovane anno e di contorno fuochi d'artificio, gente intirizzita che brinda in bicchieri di plastica scambiandosi auguri. Sono le tradizioni di piazza che a mio avviso vanno preservate così come sono proprio per la loro semplicità. Io sono ostile all'arte contemporanea, sono prevenuta e sono piena di limiti, ma quell'83% che dice NON mi piace, mi sembra un grido corale. Ma subiremo pure questa infamia (oramai è fatta); quello che mi fa rabbia è che la gente si riverserà comunque in piazza anziché meditare sul fatto che esiste una forma di ribellione semplice e pacifica per dare un segnale. ossia: STARE A CASA PROPRIA, disertare la piazza e chissà se il nostro assessore alla cultura capirà che l'arte si può anche discutere (soprattutto se la si vuole cavalcare con i nostri soldi). Sono molto arrabbiata. Vabbeh, poi mi riprendo. Ciao piccola :). Un abbraccio anche a te. Marilena

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