Una volta qualcuno mi disse che la miopia sarebbe diventata la normalità per l'uomo moderno; sosteneva che la mancanza di spazi aperti - quelli dell'uomo primitivo cacciatore - viziava i nostri occhi e li impigriva al punto che il non dover guardare oltre certe distanze avrebbe reso inutile per gli occhi il "dover guardare lontano".
Non so se era una sua folle teoria o se c'è qualcosa di vero, non mi sono mai interessata all'argomento, ma ho riflettuto sul fatto che effettivamente usiamo gli occhi quotidianamente per guardare sempre più vicino.
Camminiamo per strada e siamo circondati da palazzi che non ci fanno alzare la testa: il cielo lo guardiamo qualche volta di notte, così per qualche strascico pseudo-romantico, imperativamente la notte di S.Lorenzo alla ricerca di una stella cadente a soddisfare non so quale desiderio, ma di giorno no.
Pure il marketing strategico dei supermercati prevede che le scansie più alte (e quelle a terra) siano destinate ai prodotti che meno investono in soldoni e così pure le casalinghe non afflitte da cervicale hanno imparato ad allungare la mano verso i prodotti ad altezza naso.
Hanno abbassato anche i cartelloni pubblicitari nelle strade.
Siamo talmente abituati ad ascoltare le previsioni del tempo (quelle che non ci azzeccano mai) che al mattino alzandoci, non ci viene naturale spalancare la finestra e alzare gli occhi al cielo per cercare di capire se il vento spazzerà quelle nuvole o meno. Siamo oramai abituati alle previsioni meteo triorarie che ci rifila il PC (i più esigenti consultano quelle orarie) unitamente alla percentuale di umidità, la temperatura e il vento.
Qualche giorno fa sotto una pioggia scrosciante mi sono avventurata fino alla bottega del pakistano vicino a casa e nel suo italiano stentato mi ha detto sorridendo che le previsioni che aveva consultato avevano previsto nubi ma non pioggia. Pure lui già schiavizzato dal non alzare la testa e comprendere che quelle nubi della mattina erano così nere, così stracariche che potevano solo inevitabilmente portare pioggia. I nostri antenati contadini alzavano gli occhi al cielo e sapevano pronosticare il tempo e così si godevano anche i colori del cielo. Noi usciamo di casa senza nemmeno sapere se c'è una nuvola o due o dieci e se il cielo è azzurro intenso, azzurro chiaro o grigio.
Tutto cade sotto i nostri occhi "a misura d'uomo", anche i miei che purtroppo, mi rendo conto, conoscono di più l'azzurro della schermata di Windows.
Il cielo non ha parenti; tratta egualmente tutti gli uomini. Confucio
Cara Marilena, bello il tuo post, qui siamo tutti uguale e il tempo fa quello che vuole e per tutti!!!
RispondiEliminaUna differenza però ce, che chi è molto ricco se la cava sempre mentre il povero è distrutto!!!
Buona giornata cara amica.
Tomaso
Sì Tomaso, ma il cielo è di tutti, ricchi e poveri, ma oramai non lo guardiamo più. Il tempo fa quello che vuole, ma noi ce ne accorgiamo solo ascoltando le previsioni e se alziamo gli occhi arriviamo al massimo al 2° piano del palazzo che incontriamo ... non andiamo oltre.
EliminaBuona serata caro Tomaso. Ti mando un abbraccio. Ciao. Marilena
in un'estate così pazzerella tutte le previsioni non possono che essere sbagliate :) ogni anno si parla dell'estate più calda del secolo e poi piove sempre! aspettiamo l'estate di ottobre :))
RispondiEliminaE' già successo in passato di avere un ottobre caldo, ricordo che giravo con magliette senza manica, vestita di cotone. O forse quest'anno andremo pure al mare a Natale. Chissà. Ciao Andrea, buona serata. Marilena
EliminaA prescindere dalla miopia, la verità è che non sappiamo più guardare: abbiamo sempre gli occhi incollati su qualche schermo. Crediamo di poter possedere il mondo e non ci rendiamo conto che lo stiamo perdendo. Basta osservare il comportamento di qualsiasi turista: anziché ammirare le bellezze che ha di fronte (un monumento, un dipinto, un panorama, ecc.) preferisce fotografare tutto. A casa poi avrà il tempo per guardare. L’uomo moderno, oramai, si riconosce solo in un video, in una foto, in un’immagine…è attratto dalla virtualità, piuttosto che dalla realtà circostante.
RispondiEliminaciao
E' tristemente vero quello che hai detto, anche quando guardiamo bellezze che ci circondano, in realtà le guardiamo attraverso un obiettivo e perdiamo tutti i particolari.
EliminaPensa che uno dei consigli che viene dato a chi visita Bologna è sempre quello di girare con il naso all'insu; ci sono strade in centro dove se alzi gli occhi puoi vedere appartamenti storici con soffitti affrescati pazzeschi. Mi sto rendendo conto che ho perso quell'insegnamento e anche io guardo troppo all'altezza del mio naso. E chiamano tutto ciò "a misura d'uomo", che vuol dire che non abbiamo più orizzonti.
Presa coscienza si tratta ora di alzare la testa più spesso e riscoprire l'azzurro del cielo. Ciao Remigio, buona serata. Marilena